Come potrai immaginare, questo progetto ha dei costi, quindi puoi sostenerci economicamente con un bonifico alle coordinate che trovi qui di seguito. Ti garantiamo che i tuoi soldi verranno spesi solo per la crescita del progetto, per i costi tecnici e per la realizzazione di approfondimenti sempre più interessanti:

  • IBAN IT73P0548412500CC0561000940
  • Banca Civibank
  • Intestato a Meridiano 13

Puoi anche destinare il tuo 5x1000 a Meridiano 13 APS, inserendo il nostro codice fiscale nella tua dichiarazione dei redditi: 91102180931.

Dona con PayPal

Concerti da stadio e fabbriche dismesse: viaggio nella musica alternativa slovena

Nonostante un mercato discografico interno limitato e non sempre favorevole alle novità, la musica alternativa slovena riesce ad essere molto convincente su vari fronti e in vari generi musicali. Nel corso degli ultimi due decenni i gruppi rock sloveni hanno puntato sulla qualità del suono e dei testi, come nel caso dei Siddharta. Per farsi conoscere e consolidare il proprio successo altre band sono talvolta costrette ad affidarsi a case discografiche all’estero, come nel caso dei Torul, che stanno spopolando in Germania. Alcuni generi rimangono tuttora di nicchia, ma con una carica creativa e un potenziale commerciale notevole, come nell’esempio della scena elettronica sperimentale e noise, basti pensare a gruppi quali i Cadlag.

La musica in Slovenia ha un ruolo sociale centrale. Dopo il successo del punk e la popolarità della musica concepita e promossa nei club studenteschi e nei centri di aggregazione giovanile durante gli anni Ottanta, la scena attuale appare più frammentata. Per alcuni versi potremmo definirla più equilibrata, per altri più complessa e ricercata. Quando si parla della musica rock, non mainstream, oppure quella tendenzialmente indipendente, è facile notare che in Slovenia essa ha gradualmente perso gran parte della sua carica rivoluzionaria del passato. Eppure, non per questo appare meno interessante o meno intelligente di quanto seppe esserlo alcuni decenni fa. Pochi sono i gruppi che sono riusciti a sopravvivere nel tempo al cambio generazionale, alle novità e allo sviluppo dei trend musicali nonché delle tecnologie di produzione e distribuzione della musica. Se da un lato i Laibach rimangono un punto di riferimento per molti musicisti europei ed i Borghesia saltuariamente continuano a pubblicare dei capolavori musicali – come nel caso di Proti Kapitulaciji (2018) –, dall’altro lato non mancano, nel contesto sloveno, nuovi ensemble che compongono e suonano musica di elevata qualità.

Il professore di antropologia culturale Rajko Muršič dell’università di Ljubljana ci ha a tal proposito confidato: “di creatività ce n’è molta, soprattutto nella musica improvvisata, sperimentale e quella noise. In Slovenia abbiamo alcune case discografiche eccellenti che producono ottimi album. Penso soprattutto alle etichette rx-tx, Kamizdat, ecc. Ci sono anche posti dove poter ascoltare questo tipo di musica dal vivo: i club a Metelkova, il centro culturale Pekarna e il centro sociale Mknž di Ilirska Bistrica, oppure i centri giovanili a Postumia e Gornja Radgona. Attenzione però: senza Radio Študent in questo momento ci sarebbe il vuoto”.

Ma andiamo a conoscere da vicino la variegata scena della musica alternativa slovena, proponendo un novero di gruppi e musicisti particolarmente interessanti in base ai generi che suonano. 

Tra concerti da stadio e performance di nicchia all’interno di fabbriche dismesse, i comuni denominatori della musica alternativa slovena sono la qualità e un alto tasso creativo.

🎧 Ascolta la playlist sulla musica alternativa slovena

La scena rock slovena del nuovo millennio

Con il passaggio al nuovo millennio, la scena musicale rock slovena è stata per lunghi anni dominata dai Siddharta dei fratelli Tomi e Boštjan Meglič, tuttora molto popolari. L’ensemble, che trae il proprio nome dall’omonimo romanzo di Herman Hesse, ha mosso i primi passi con l’album ID nel maggio del 1997, seguito dall’ottimo Nord nel 2001. Canzoni quali B-Mashina e Samo Edini hanno ispirato almeno due generazioni di sloveni, tant’è vero che la band rimane ancora oggi tra le più apprezzate del panorama rock sloveno. Il gruppo ha raggiunto uno degli apici della carriera nel 2003 con la pubblicazione di RH- e con il concerto allo stadio di Bežigrad (originariamente progettato dall’architetto Jože Plečnik) a cui hanno partecipato ben 30mila spettatori. 

I Siddharta hanno saputo inanellare ottimi dischi, riuscendo ad ottenere in alcuni periodi buoni apprezzamenti anche all’estero, in particolare in Croazia, Austria e in Polonia grazie anche al fatto di aver rielaborato le canzoni in una versione inglese. Eppure, a confronto della qualità della loro musica rock decisa ma allo stesso tempo molto fine e riflessiva, il gruppo avrebbe potuto puntare ancor più in alto per intercettare un più ampio seguito a livello internazionale. Intanto però uscirà a breve il nuovo disco, anticipato dalla pubblicazione del singolo Prepovedana e dal concerto del 18 novembre all’Arena Stožice, che con ogni probabilità registrerà il tutto esaurito.

Musica alternativa slovena
Imset – Foto dalla pagina facebook del gruppo

Tra le formazioni che si sono fatte notare ultimamente, e che in un modo o nell’altro rimandano ai Siddharta, è opportuno menzionare gli Imset. Si tratta di un gruppo di Domžale, cittadina alle porte della capitale slovena. Si sono fatti notare grazie all’album Persona, pubblicato nel 2018, che contiene pezzi grintosi e allo stesso tempo orecchiabili come Kralj, Upornika z razlogom e Femme Fatale. Tra i temi nelle canzoni del gruppo ci sono i rapporti di amore e odio, le relazioni difficili, le assuefazioni, la voglia della gioventù di emergere e di andare contro le abitudini e le convenzioni sociali. Facendosi apprezzare per la qualità del repertorio proposto, gli Imset si sono conquistati la possibilità di aprire il concerto di Patti Smith a Gorizia in occasione dell’evento di avvicinamento a “Go! 2025 – Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura”. Inoltre, recentemente hanno pubblicato alcuni singoli come Prepad, che fanno presagire a un nuovo lavoro discografico di prossima pubblicazione. 

Ricapitolando:
- Siddartha
- Imset

Il rock pesante sloveno

Generi quali l’hard rock e l’heavy metal sono stati importati in Slovenia dall’estero, soprattutto dalle scene anglosassoni e tedesche. In passato ci è voluto del tempo prima che riuscissero a mettere radici sul suolo sloveno. Nella prima metà degli anni Ottanta un crescente interesse verso questi generi è stato la conseguenza della popolarità di alcuni gruppi di punta della musica pesante, che sono stati apprezzati anche nell’ex Jugoslavia. Grazie soprattutto all’arrivo a Lubiana di gruppi quali Uriah Heep (1983), Saxon (1983) e Iron Maiden (1984) lo stile “heavy” ha preso piede tra i giovani, andando a formare una scena alternativa rispetto ad altri generi più popolari e seguiti dagli sloveni.

Se in passato sotto il Tricorno c’erano gruppi rock e heavy metal di indubbia qualità come i Pomaranča (che all’estero suonavano con il nome Orange), da oltre vent’anni a fare la voce grossa in Slovenia e all’estero sono soprattutto i Noctiferia. La metal band, che ha mosso i primi passi nella seconda metà degli anni Novanta, ha pubblicato numerosi lavori, tra cui Baptism at Savica Fall (1998), Per Aspera (2003), Slovenska Morbida (2006) e Transnatura (2016). Nel 2020 ha persino pubblicato un EP intitolato Reforma, contenente le cover delle canzoni dei Laibach. Seppure saltuariamente, i metallari Noctiferia hanno registrato ampi consensi in Francia e in Germania, conseguendo un buon successo commerciale persino in Cina.

Per ritornare al contesto sloveno, tra le band emergenti di maggiore talento ci sono gli Hei’An, che si stanno ritagliando spazi importanti anche nella scena alternativa europea con l’album autoprodotto d’esordio Imago, che da un punto di vista stilistico la stessa band definisce come “un connubio di rock progressivo, black metal e post-metal, al centro di cui c’è indiscutibilmente l’elemento delle emozioni”. Nel mese di ottobre gli Hei’An hanno suonato tra l’altro in varie città olandesi, a Maribor in Slovenia e a Brno in Repubblica Ceca. 

Ricapitolando:
- Pomaranča/Orange
- Noctiferia
- Hei’An

La scena post-punk e dark

Negli anni Ottanta del secolo scorso, la scena punk dell’ex Jugoslavia è stata determinante nell’evoluzione sociale. Si è trattato di un fenomeno che ha rivoluzionato la capitale Lubiana nonché altre città slovene. Tra i gruppi di maggiore impatto dell’epoca vanno annoverati i Niet, che sono sopravvissuti alla morte del cantante Primož Habič, avvenuta nel maggio del 1991 per via di un’overdose da eroina. Dopo un periodo di inattività il gruppo è ritornato a calcare i palcoscenici musicali soprattutto sloveni con l’innesto del nuovo frontman Borut Marolt. Dopo l’ottima ricezione del pubblico e gli apprezzamenti raccolti, il gruppo ha anche inciso dei nuovi brani, contenuti negli album Trinajst (2010 – Tredici) e V bližini ljudi (2015 – Nella vicinanza alle persone). 

Pur rimanendo alternativi e a tratti antagonistici alla cultura commerciale di massa, i messaggi dei Niet sono cambiati parecchio nella forma e nel tono. Se l’idea della spinta verso la ribellione rimane praticamente intatta nei testi, il lato prettamente nichilistico è molto scemato, lasciando spazio a momenti di riflessione più positivi e meno autodistruttivi rispetto a quando Habič in Lep dan za smrt (Un bel giorno per morire) cantava, quasi citando il poeta polacco Tadeusz Różewicz:

“Il sole splendeva
e le sirene suonavano
Sotto il sole giallo dorato
Abbiamo corso lungo la strada
Quando il primo bagliore ci abbracciò
Siamo caduti”.

E ancora:

“Era una giornata così bella
Troppo bella per morire”.

Un ensemble che sta emergendo gradualmente e sta conquistando i fan della musica rock a tinte dark sono i Pavlov. Originari di Litija, il cantante e chitarrista Marcel Kralj assieme al batterista Domen Malis e il bassista Miha Medvešek a novembre del 2021 hanno autoprodotto il disco Predor (Tunnel). Nelle 9 tracce che lo compongono – tra cui Lov, Odboj, Soviet e Stolpi – si sente qualche somiglianza con gli inglesi Editors e i White Lies, eppure i testi hanno una forza intrinseca che, accompagnata dalla musica a tratti anche molto atmosferica, apre praterie all’immaginazione. A dimostrazione basta citare alcuni versi della canzone Soviet:

Plavajva vse do dna pa če umreva (nuotiamo entrambi fino in fondo al mare anche se morissimo)
umreva že na isti dan kot prvak (moriremmo lo stesso giorno da campioni)
ne obračaj nazaj saj zemlja gori (non voltarti perché la terra brucia)

Ricapitolando:
- Niet
- Pavlov

Il crossover tra il rock melodico e l’elettronica

I lubianesi Torul sono tra le formazioni a cui meglio riesce la contaminazione dei generi musicali. Guidati dal carismatico tastierista nonché mente del gruppo Torullson, dall’anno della loro formazione – il 2010 – i Torul hanno inciso album dalle tinte dark con la casa discografica tedesca Infected Records (con già 7 dischi all’attivo, tutti ispirati alla new wave e all’elettronica contemporanea), esibendosi negli anni nel Regno Unito, in Germania, Svezia, Ungheria, Austria e persino in Russia. Attualmente il gruppo gode di un buon successo commerciale in Germania e nei Paesi scandinavi, dove regolarmente suona sui palchi più importanti e nei festival alternativi di maggior richiamo.

Musica alternativa slovena
Kontradikshn photo: Jaka Ceglar/pagina facebook della band

In passato si sono fatti notare sia per le proprie composizioni sia per i remix di altri gruppi sloveni nonché delle reinterpretazioni dei brani dei The Cure (Disintegration), Depeche Mode (Stripped) e dei The Jesus and Mary Chain (On The Wall). Recentemente hanno pubblicato End Less Dreams. A proposito del suddetto album, Paolo Chemnitz ha scritto: “In un’epoca dove tutto è sfuggente, i Torul ci ricordano che c’è qualcosa che non bisogna mai lasciar scappare via: le emozioni liquide di End Less Dreams si possono così afferrare e conservare con cura nel nostro animo, come se fossero le persone che amiamo”. 

Un sound “synth-punk”, contaminato da suoni elettronici e campionamenti vari, è quello del trio Kontradikshn. Quest’anno i Kontradikshn hanno pubblicato il loro secondo album Ahead of Ourselves, dopo l’ottimo esordio con l’autoprodotto Reframing (2016). Nel corso degli anni oltre che in Slovenia, la band ha suonato anche in Croazia, Bosnia, Serbia, Montenegro, Macedonia, ma anche in Austria, Repubblica ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria. A tal proposito, nella loro presentazione alcuni anni fa lo speaker di un programma su Radio Študent ha così sintetizzato il loro talento dal vivo: “grazie alle apparizioni dal vivo i Kontradikshn hanno ottenuto il supporto dei fan, conquistando altresì l’attenzione degli organizzatori di eventi musicali. Sfoderando una buona produzione discografica sono riusciti pure a convincere i giornalisti specializzati della loro qualità, e per giunta senza un PR professionale!”.

Ricapitolando:
- Torul
- Kontradikshn

La musica sperimentale

L’elettronica contemporanea rappresenta uno dei generi in cui gli sloveni riescono ad essere più innovativi ed incisivi. Trovare musicisti o gruppi veramente alternativi, capaci di sviluppare suoni e linguaggi nuovi, non è facile. Ciò vale per la Slovenia come anche per il resto dei paesi europei, anche se la scena sperimentale elettronica appare particolarmente decisa, determinata e anticipatoria delle nuove tendenze. A confermarlo è l’antropologo culturale Rajko Muršič, secondo cui “per quanto concerne la musica elettronica ci sono alcuni importanti centri in Slovenia, per esempio Velenje, Maribor e indubbiamente la capitale Lubiana”. Insomma, stiamo parlando di un tipo di musica che nasce localmente, sul territorio sloveno, per poi parlare globalmente attraverso le nuove piattaforme musicali e i social.

Tra i musicisti locali che compongono musiche che vanno al di là degli usuali canoni e standard ci sono Luka Prinčič, attivo soprattutto nel campo dell’elettronica, della musica informatica e della performance; la dj e produttrice Nina Hudej; Domen Učakar (meglio noto con lo pseudonimo LifeCutter); e, non per ultimo, il misterioso collettivo Cadlag, che attraverso un’originale ed attenta manipolazione del suono compone una musica noise, elettronica e drone tanto cupa quanto affascinante.

Il gruppo Cadlag, che nel 2020 avrebbe dovuto esibirsi in una rara apparizione in occasione del quarantesimo anniversario della nascita dei Laibach, è costituito da membri di altri gruppi tra cui PureH, Dodecahedragraph, TGWFYTD ed Extreme Smoke 57. Va annoverato tra i progetti più avvolgenti in Slovenia e non solo.

LifeCutter compone invece sia musica elettronica con  suoni decisamente noise, come nel caso di Death(c)rave (2017), sia musica ambient. A tal proposito va segnalato il suo album Sub Persona del 2020, di cui è stato scritto: la musica in esso contenuto “cattura il rapporto tra l’uomo e le foreste, che sono indispensabili per l’esistenza sulla Terra”. Non meno creativo è infine Simon Šerc/PureH, un musicista contemporaneo che ha dedicato un intero album dal titolo Bora Scura (2018) ai suoni ed ai campionamenti della bora – il vento caratteristico delle terre di confine tra la Slovenia e l’Italia. Buon ascolto!

Ricapitolando:
- Luka Prinčič
- Nina Hudej
- Domen Učakar/LifeCutter
- Cadlag
- Simon Šerc/PureH
Condividi l'articolo!
Mitja Stefancic
Mitja Stefancic

Nato a Trieste, dopo gli studi conseguiti all’Università dell’Essex e all’Università di Cambridge, è stato cultore in Economia politica all’Università di Trieste. È stato co-redattore della rivista online di economia “WEA Commentaries” sino alla sua ultima uscita. Si interessa di economia, sociologia e nel tempo libero ha seguito regolarmente il basket europeo ed in particolare quello dell’ex-Jugoslavia nel corso degli ultimi anni. Ha tradotto per vari enti ed istituzioni atti e testi dallo sloveno all’italiano e dall’italiano allo sloveno.