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Georgia, in arrivo una legge sugli agenti stranieri?

Lo scorso 27 febbraio, l’ufficio di presidenza del parlamento georgiano ha discusso e approvato per l’esame delle commissioni un disegno di legge “sulla trasparenza dei finanziamenti esteri”, meglio nota come “legge sugli agenti stranieri”. Se questa terminologia suona familiare è perché, negli ultimi dieci anni, si è spesso letto e scritto della famigerata legislazione russa con lo stesso nome e degli effetti catastrofici che ha avuto sulla libertà di stampa e di associazione in Russia.

Abbiamo discusso l’attuale situazione politica in Georgia con i rappresentanti di due organizzazioni non governative del paese, tra le numerose destinate ad entrare nel registro degli “agenti stranieri” nel caso in cui, come sembra probabile, il parlamento approvasse la bozza.

Per saperne di più della legge sugli agenti stranieri in Russia, vi rimandiamo a questo articolo.   

I disegni di legge sugli agenti stranieri

Innanzitutto bisogna sottolineare che esistono due versioni del disegno di legge. Entrambe sono state presentate, nel giro di pochi giorni, dal gruppo parlamentare “Potere al Popolo”, un movimento di fuoriusciti dal partito di governo “Sogno Georgiano” (del quale rimangono alleati), con un ruolo preciso di cui parliamo di seguito.

Il contenuto dei due documenti è simile ma, secondo la parlamentare Eka Sepashvili, tra le iniziatrici della proposta, la bozza del 27 febbraio è la traduzione esatta di una simile legge statunitense il “Foreign Agents Registration Act”, noto come FARA del 1938 e prevede pene più severe per chi viola le disposizioni previste. Per questo motivo è nota come “versione americana”, anche se il contenuto ricalca da vicino la già menzionata legge russa.

In base alla proposta di legislazione, una serie di entità giuridiche dovranno iscriversi a un registro di influenza straniera. Queste entità includono tutte le organizzazioni non statali senza scopo di lucro che ricevono più del 20% delle loro entrate annuali da un “potere straniero”. Secondo gli stessi criteri, dovranno registrarsi anche le emittenti televisive e i giornali stampati e online.

Con “potere straniero” si intendono agenzie di governi stranieri, individui che non siano cittadini georgiani, entità legali che non siano basate sulla legislazione georgiana e organizzazioni incluse fondazioni, associazioni, società, sindacati, o altre associazioni di uno stato estero.

Le implicazioni sarebbero, in primo luogo, legali. Le organizzazioni iscritte al registro, all’inizio di ogni anno dovrebbero procurare informazioni sulla natura dei propri finanziamenti e su come venga speso il loro bilancio. La legge darebbe allo stato anche il diritto di accedere a informazioni personali sui membri delle organizzazioni e su chi viene coinvolto nelle loro attività.

Ci sono anche implicazioni più intangibili. Come ci ha spiegato Gogi Zoidze, responsabile di progetti all’Osservatorio sulla Governance (Gmc): “A causa del passato sovietico della Georgia, il termine agente straniero ha connotazioni fortemente negative come in Russia, nda e usarlo è una delle strategie per discreditarci agli occhi della gente”. A questo aspetto si aggiunge la prolungata retorica del governo contro le organizzazioni della società civile, continuamente presentate come agenti stranieri, contro gli interessi del paese. “Questa legge è la traduzione degli attacchi verbali in termini legali”, aggiunge Zoidze.

Secondo, Giorgi Davituri, direttore della sezione sullo stato di diritto e dei media presso l’Istituto per la diffusione della libertà di informazione (Idfi), l’inclusione nel registro dei media è di particolare gravità. “Il disegno di legge sugli agenti stranieri costituisce un rischio esistenziale per le voci critiche al governo in Georgia. Il panorama mediatico nel paese è molto polarizzato tra testate filo e anti governative. Esistono alcuni media online indipendenti che bilanciano la situazione, ma la legge estrometterebbe questo tipo di pubblicazioni”.

Sono previste sanzioni di diversa entità per chi non dovesse iscriversi al registro pur avendone i requisiti. Nella prima bozza si parlava di una multa di 25mila lari (circa 9mila euro). Le sanzioni amministrative della “versione americana” non sono trapelate alla stampa, ma essa prevede fino a cinque anni di reclusione per i casi di violazione più grave.

Una preoccupazione ulteriore è il timore che la legge in discussione sia solo il primo passaggio di una serie di norme sempre più stringenti per sopprimere progressivamente i media indipendenti dal governo e la società civile, esattamente quanto avvenuto in Russia a partire dal 2012.

Tempistiche e modalità

Leggendo i report di Freedom Index, un’organizzazione che studia lo stato di salute della democrazia nei paesi del mondo, la Georgia spicca, tra i paesi dell’ex Unione Sovietica, per la sua società civile, descritta tendenzialmente con aggettivi quali “vivace” e “partecipe” alla vita politica. In Georgia esistono tantissime organizzazioni non governative attive nei campi più disparati ma, per via delle condizioni economiche precarie del paese, esse vivono soprattutto delle sovvenzioni estere.

La Georgia era anche nota, fino a tempi recenti, per il suo orientamento politico filo occidentale. Il paese caucasico sembrava destinato ad essere il prossimo stato ex sovietico a ricevere lo status di candidato ad entrare nell’Unione Europea.

Non è andata così, il 23 giugno 2022, il Consiglio europeo ha concesso tale status a Ucraina e Moldova. La domanda di Tbilisi è rimasta in sospeso, con una lista di dodici raccomandazioni per il governo da attuare. Se venisse adottata la legge sugli agenti stranieri, però, con ogni probabilità le ambizioni europee andrebbero in fumo anche se Sogno Georgiano dovesse portare a termine gli altri ‘compiti a casa’ di Bruxelles.

Per saperne di più del processo di adesione all'Unione Europea dell’Ucraina, vi rimandiamo a questo articolo.

Secondo entrambi i nostri interlocutori, questo è un punto cruciale. Nonostante il governo ufficialmente persegua una politica filo occidentale e abbia da anni tra le priorità dichiarate l’ingresso della Georgia nell’Unione Europea, gli obiettivi veri sarebbero altri.

“Non esiste una risposta definitiva sul perché il governo abbia deciso di spingere questo disegno di legge proprio adesso”, spiega Davituri. “Osservando gli eventi degli ultimi mesi, però, verrebbe da pensare che Sogno Georgiano stia sabotando deliberatamente il processo di integrazione europea”.

A sostegno di questa tesi c’è il caso della detenzione del giornalista di opposizione Nika Gvaramia, condannato il 16 maggio 2022 a tre anni e mezzo di detenzione per abuso di potere per ragioni generalmente riconosciute come politicamente motivate. “Tra i criteri per ottenere lo status di candidato c’è quello che nel paese richiedente non ci siano giornalisti in stato di detenzione per motivi politici. In Georgia non ce n’erano, ma Gvaramia è stato condannato proprio nelle settimane che hanno preceduto la decisione del Consiglio europeo”, continua Davituri.

La legge sugli agenti stranieri andrebbe nella stessa direzione. In base ai sondaggi, la vasta maggioranza della popolazione georgiana è favorevole all’ingresso del paese nell’Unione Europea. Interrompere il processo di integrazione apertamente sarebbe quindi un rischio per il governo. Il disegno di Sogno Georgiano sarebbe quello di far passare la mancata candidatura come una decisione di Bruxelles, che nella retorica ufficiale viene accusata di trattare “ingiustamente” la Georgia.

In questo contesto, entra in gioco la menzionata fazione “Potere al Popolo”, nota per le dichiarazioni apertamente anti occidentali dei suoi membri. Secondo Zoidze, Sogno Georgiano usa il gruppo parlamentare “per fare le cose più radicali. Si aspettano di non ricevere lo status di candidato e stanno preparando la società usando questo gruppo parlamentare”.

Non vediamo questa legge come un qualcosa che riguarda le organizzazioni non governative. La vediamo come una dichiarazione di intenti sulla politica estera della Georgia.

Giorgi Davituri, IDFI

Un processo inevitabile?

Ci vorrà del tempo prima che il parlamento approvi il disegno di legge sugli agenti stranieri. Saranno infatti necessarie tre audizioni delle commissioni. A questo si aggiunge che il governo ha promesso di inviare le due bozze alla Commissione di Venezia, l’organo consultivo del Consiglio d’Europa sulle questioni giuridiche e costituzionali, per un parere, dopo il primo giro in parlamento.

In ogni caso, quelli della Commissione di Venezia sono pareri non vincolanti e Sogno Georgiano ha già dichiarato di non volerli tenere in considerazione nel caso fossero in contraddizione con la ratio del disegno di legge. Tenendo conto del prevedibile supporto del partito di governo alla proposta, la debolezza dell’opposizione e il fatto che il sistema giuridico georgiano corte costituzionale inclusa non sia indipendente dall’esecutivo, l’approvazione della bozza pare solo questione di tempo.

La proposta di legge sugli agenti stranieri non sta trovando molta opposizione nella popolazione. “La gente non sa quello che vuole e questo fa comodo a Sogno Georgiano”. A opporsi sono soprattutto i rappresentanti della società civile; i giornalisti, in particolare, hanno organizzato una protesta in parlamento il 27 febbraio e nei giorni successivi al motto di: “no alla legge russa”.


Mariam Nikuradze, direttrice esecutiva del portale Open Caucasus Media, sta partecipando alle proteste in parlamento e riportando quanto avviene sul suo profilo Twitter. Open Caucasus Media è una preziosa fonte di informazioni su quanto avviene nel Caucaso e rientra nei criteri degli agenti stranieri previsti dal disegno di legge.

I nostri interlocutori ci hanno spiegato che le organizzazioni non governative si stanno anche coordinando. Da una parte lavorano sulle vie legali per fermare e contrastare la legge, dall’altra sulla comunicazione alla popolazione e, soprattutto, ai partner occidentali. Essendo i paesi europei e gli Stati Uniti i maggiori finanziatori delle organizzazioni non governative, è chiaro che siano loro le parti interessate da tirare in causa.

Tra gli altri, l’ambasciatrice statunitense in Georgia, Kelly Degnan, ha definito la legge sugli agenti stranieri come “una legge russa”; la bozza è finita nel mirino anche del Servizio europeo per l’azione esterna. Come scritto in un editoriale di Open Caucasus Media, le solite dichiarazioni, ormai diventate un meme, circa la “preoccupazione” delle istituzioni occidentali non basteranno però a far cambiare idea al governo.

Davituri sottolinea che i partner occidentali della Georgia dovranno presentare accuse molto precise per fermare il disegno di legge. “Devono rendere chiaro alla popolazione che la responsabilità di una mancata candidatura alla Unione Europea è esclusivamente del governo”.

Il rischio dell’inazione è quello di lasciare un paese che pareva destinato ad un futuro democratico e all’ingresso nell’Unione Europea, isolato e sempre più in orbita russa.

Il governo georgiano ha posizioni piuttosto ambigue anche sulla guerra in Ucraina. Ne abbiamo scritto qui.
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Aleksej Tilman
Aleksej Tilman

Nato a Milano, attualmente abita a Vienna, dopo aver vissuto ad Astana, Bruxelles e Tbilisi, lavorando per l’Osce e il Parlamento Europeo. Ha risieduto due anni nella capitale della Georgia, specializzandosi sulle dinamiche politiche e sociali dell’area caucasica all’Università Ivane Javakhishvili. Oltre che per Meridiano 13, scrive e ha scritto della regione per Valigia Blu, New Eastern Europe, East Journal e altre testate.