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La soppressione della letteratura: uno spettacolo tutto russo

Nel mese di agosto nelle librerie (soprattutto – ma non solo – quelle indipendenti, come questa moscovita o questa di Irkutsk) di tutta la Federazione Russa sono state indette delle improvvise campagne di svendita di libri in seguito a una particolare incertezza normativa in vigore dal 1° settembre 2025. Scelte commerciali simili sono state attuate online, da piattaforme di e-commerce e da singoli editori, come NLO che ha aperto questa strana stagione di saldi libreschi ancora nel mese di luglio. 

A scorrere la lista di volumi messi in vendita da questa casa editrice nella campagna denominata “Regalo estivo agli intellettuali” si palesa un indizio, evidente dall’asterisco che accompagna pressoché tutti i nomi degli autori dei libri elencati: si tratta di persone inserite nel registro dei cosiddetti “agenti stranieri”.

Soppressione della letteratura in Russia
Screenshot della lista dei libri scontati dell’editore NLO, dove compaiono nomi come Oleg Lekmanov e Aleksandr Etkind

A un controllo più approfondito, anche dove non compare l’asterisco si cela in realtà un “agente straniero”: ad esempio, la prefazione del volume del filosofo Losev è scritta dall’antropologa Aleksandra Archipova, per l’appunto “agente straniero” secondo il ministero della giustizia russo; mentre la curatela del volume Demontaž kommunizma (Lo smantellamento del comunismo) è dell’“agente straniero” Kirill Rogov e quella della raccolta di studi sullo scrittore Venedikt Erofeev è di un altro “agente straniero”, l’esperto di letteratura Oleg Lekmanov. È chiaro che a creare problemi è dunque proprio l’etichetta di “agente straniero”. 

Se infatti finora era possibile acquistare i libri (incellofanati, per impedire ai clienti di sfogliarli in negozio) di questi autori nelle librerie a fronte di una domanda alle casse sulla maggiore età (“ai sensi di legge devo chiederle di confermarmi di avere più di diciotto anni”; riporto le parole rivoltemi da un libraio moscovita), dal 1° settembre 2025 la vaghezza (ulteriore) introdotta dal legislatore russo nella legge federale in materia di agenti stranieri e soggetti che si trovano sotto “influenza straniera” rende poco chiaro il destino della vendita dei libri di questi autori. 

A cambiare infatti è l’articolo 11 relativo alle restrizioni imposte a chi viene riconosciuto come “agente straniero”: se fino al 1° settembre 2025 era bandita l’attività didattica e divulgativa degli “agenti stranieri” quando rivolta ai minori di 18 anni, dal 1° settembre questa viene vietata in generale. Il legislatore non ha tuttavia specificato (secondo alcuni, deliberatamente) se la vendita di libri rientri nell’attività di divulgazione.

Ciò che è certo è che le librerie non potranno fare promozione di libri scritti, curati, prefatti e nemmeno tradotti da “agenti stranieri”: tra i testi a rischio ci sono, quindi, il Kafka tradotto da Irina Ščerbakova e il Mishima tradotto da Boris Akunin, ma anche un’edizione del Vangelo commentata dall’“agente straniero” padre Grigorij Michnov-Vajtenko (il più famoso sacerdote russo contrario alla guerra). 

La divulgazione non si ferma tra l’altro ai libri: anche a progetti editoriali di natura divulgativa come Arzamas è richiesta la rimozione di materiali (approfondimenti, podcast, ecc.) prodotti da “agenti stranieri”. 

Considerato che nella lista degli “agenti stranieri” stilata dal ministero della giustizia russo si trovano i principali scrittori (tra cui quelli in odore di Nobel, come Ljudmila Ulickaja) e i più rinomati esperti russi nei più diversi ambiti del sapere (dalla letteratura alle scienze politiche, dalla filosofia alla storia), e considerata anche la tradizionale centralità della lett(erat)ura per la società russa (senz’altro in crisi rispetto a un tempo, ma pur sempre significativa se confrontata alla realtà nostrana), questa vaghezza normativa è un duro colpo inferto deliberatamente dalle autorità. O come scrive Novaja Gazeta:

“questa estate siamo stati spettatori di uno spettacolo colossale intitolato ‘La soppressione della letteratura russa’: suo produttore e regista, com’è consuetudine negli ultimi tempi, è stato il governo”.

Sempre Novaja Gazeta (testata che, ricordiamo, è riconosciuta come “organizzazione non gradita” in Russia) riporta la dichiarazione dell’Unione di editori e librai russi (Rossijskij knižnyj sojuz) che ancora a fine luglio avvertiva:

“i libri degli agenti stranieri in generale costituiscono un insieme di pubblicazioni ad alto rischio per le librerie”.

Per saperne di più delle legislazioni sugli “agenti stranieri” in Russia consigliamo la lettura di questo articolo.

Oltre il marchio di “agente straniero”

In realtà, a costituire un rischio non è solo il bollino di “agente straniero”. Queste ultime disposizioni infatti vanno a sommarsi a quelle precedenti, inerenti in primo luogo alla tematica LGBT+, nonché ai concetti volutamente generici di “estremismo” e “terrorismo”, cui si somma la sempre valida accusa di “discredito dell’esercito russo” a fronte di azioni e dichiarazioni contrarie alla guerra in corso.

Leggi anche come è cambiata la legislazione in tema LGBT+ in Russia nel dicembre 2022

Proprio la tematica LGBT+ è stata motivo di procedimenti penali a danno di case editrici e librerie nel mese di giugno, conclusisi ad esempio per l’indipendente Falanster con una sanzione di 800mila rubli (circa 8.500 euro).

Lo scrittore Boris Akunin (presto ospite in Italia del festival Pordenonelegge sabato 20 settembre 2025) è stato invece recentemente condannato in contumacia a 14 anni di reclusione ai sensi di tre articoli del codice penale, uno relativo agli “agenti stranieri” e due al “terrorismo” (favoreggiamento e apologia) per dichiarazioni contrarie all’invasione dell’Ucraina e critiche del regime russo espresse online.

L’accusa di discredito ai danni dell’esercito russo è quella che invece tiene reclusa la diciannovenne Dar’ja Kozyreva, colpevole di aver affisso il 24 febbraio 2024 un estratto di una poesia dello scrittore ucraino Taras Ševčenko alla statua che lo raffigura.

Le novità legislative in vigore dal 1° settembre 2025, tuttavia, non si limitano alle nuove restrizioni per gli “agenti stranieri”, ma interessano la vita quotidiana in Russia. Diviene infatti sanzionabile (fino a cinquemila rubli) la ricerca online di contenuti considerati “estremisti” dalle autorità, mentre l’uso di un servizio di VPN (la cui promozione ora non è più ammessa) diviene un aggravante in caso di reato. Inoltre, viene vietata la pubblicità sui siti internet gestiti dalle organizzazioni non gradite ed “estremiste”.

Infine, viene sanzionata la cessione a terzi di carte sim registrate a proprio nome, un’introduzione probabilmente legata alle nuove disposizioni di legge valide dallo scorso 1° gennaio che hanno complicato l’acquisto di sim per gli stranieri in Russia (viene richiesta la verifica biometrica presso una filiale di banca, nonché è necessario ottenere il numero di previdenza sociale).

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Martina Napolitano
Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica, è docente di lingua russa e traduzione presso l’Università di Trieste, si occupa in particolare di cultura tardo-sovietica e contemporanea di lingua russa. È traduttrice, curatrice di collana presso la casa editrice Bottega Errante ed è la presidente di Meridiano 13 APS.