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Il plurilinguismo del Friuli Venezia Giulia: un patrimonio di identità intrecciate

Unica regione dove le tre principali famiglie linguistiche indoeuropee del nostro continente si incontrano (romanza, germanica e slava), il Friuli Venezia Giulia è un vivace esempio di plurilinguismo in Europa, nonostante la sua assai esigua popolazione (poco più di un milione di abitanti, stando ai dati Istat più aggiornati). 

Oltre all’italiano, in regione sono ufficialmente riconosciute e protette altre tre lingue: friulano, sloveno e tedesco, corrispondenti alle minoranze linguistiche storiche tutelate a livello nazionale e regionale.

Oltre a queste quattro lingue, tuttavia, esistono svariate parlate cosiddette alloglotte di matrice specificatamente germanica e slava, tutt’oggi attestate in alcune “isole linguistiche” montane e valligiane.

Infine, esistono varietà venete diffuse nella Venezia Giulia, nelle zone lagunari di Marano Lagunare e Grado, nonché nel pordenonese occidentale.

Un vero potpourri di lingue che è testimonianza della ricchezza data dalla liminalità, dalla convivenza e dalla permeabilità dei confini, un baluardo contro ogni omogeneizzante semplificazione (a tal riguardo, un’ottima lettura è quella di Capire il confine della nostra Giustina Selvelli).

plurilinguismo del Friuli
(Treccani)

Ma andiamo con ordine.

Il friulano

Il friulano – stando agli approfondimenti disponibili anche online messi a disposizione dall’ARLeF (Agenzia regionale per la lingua friulana/Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane) – risulta essere una prosecuzione del latino della zona di Aquileia, centro importante dell’antichità classica e oggi tappa rinomata per gli appassionati di archeologia.

Al sostrato romano e pre-romano, si sono intrecciate nel corso del tempo influenze derivate dalle altre lingue del territorio, sia germaniche che slave. Sempre secondo l’ARLeF, il friulano assume caratteristiche ben definite come lingua a partire dall’anno 1000 circa.

La sua area di diffusione si estende oggi dal basso corso dell’Isonzo fino all’estremità occidentale della provincia pordenonese; include inoltre alcuni comuni della provincia di Venezia al confine con la regione. In passato, anche Trieste era una città in cui il friulano era attestato, mentre oggi vi si parla un dialetto di matrice veneta. 

Alla luce della mancanza di quesiti specifici sulle competenze linguistiche nei censimenti, il numero di parlanti attuali è solo stimato: si parla di circa mezzo milione di parlanti attivi (il doppio almeno quelli ‘passivi’). Tra questi, alcune migliaia vivono nelle comunità di emigrati all’estero: sono noti i Fogolârs furlans, associazioni esistenti nei maggiori centri di emigrazione friulana nel mondo, dalle Americhe al Giappone, che mantengono un legame culturale e linguistico con il luogo di origine delle prime generazioni di emigrati. 

Alle competenze linguistiche dei parlanti va tuttavia aggiunto l’utilizzo ‘artistico’ del friulano nella letteratura e nella musica: oltre al noto esempio di Pier Paolo Pasolini (la cui poesia attesta nello specifico la variante friulana di Casarsa della Delizia), si possono citare i testi di Federico Tavan (i cui componimenti poetici sono invece espressione della variante parlata ad Andreis), o ancora le canzoni del rapper Doro Gjat o del carnico Massimo Silverio (apprezzato tra gli altri anche da Iggy Pop).

Lo sloveno

Passando alla lingua slovena, oggi è riconosciuta in 32 comuni della regione e sono 14 le scuole di vario ordine e grado in cui è lingua veicolare. La zona in cui è parlato comprende l’intera zona del Carso, dunque la provincia di Trieste, nonché il Collio goriziano e le zone orientali della provincia di Udine come le valli del Natisone. Il numero dei parlanti anche in questo caso è stimato, ma si tratta almeno di 50mila persone.

Come per il friulano, si tratta di una lingua che ha un suo utilizzo nelle forme d’arte letterarie e musicali (nonché nel giornalismo, ad esempio con il quotidiano Primorski dnevnik). Un interessante esempio è costituito dalla band Radar, che mescola nelle proprie canzoni italiano e sloveno e che ha partecipato al festival Melodije morja in sonca (Melodie del mare e del sole, una piccola Sanremo) a Portorose nel luglio del 2022.

Il tedesco e le sue parlate

Per quanto riguarda la lingua tedesca, in questo caso siamo di fronte a una comunità di parlanti estremamente esigua (3mila persone al massimo), benché sia comunque una lingua ampiamente studiata nelle scuole della regione a differenza dello sloveno, tuttora assente dai programmi scolastici (a eccezione degli istituti che prevedono lo sloveno come lingua veicolare). 

Interessante rispetto al tedesco è che sulla sua base sono nate molte ‘isole linguistiche alloglotte’, micro-realtà montane dove sono venute a crearsi delle parlate specifiche. Troviamo così nelle Alpi Carniche il saurano parlato a Sauris/Zahre, il sappadino o plodarisch di Sappada/Plodn, il Tischlbongarisch di Timau/Tischelwang, nonché i dialetti carinziani della val Canale. Sempre nel val Canale è però anche attestato un dialetto sloveno.

Monte Lussari (Wikicommons)

È così che il plurilinguismo della regione si traduce in interessanti peculiarità e iniziative nel territorio friulano. Ad esempio, nella chiesa situata in cima al pittoresco monte Lussari, in prossimità dei confini austriaco e sloveno, la messa si tiene in tre lingue: italiano, sloveno e tedesco. Sul monte Forno invece viene organizzata la Festa dell’Amicizia dei Tre Confini.

Quest’anno si terrà la trentesima edizione del No Borders Music Festival, che tra i Laghi di Fusine e Sella Nevea avrà tra i suoi ospiti Ben Harper, Mika, Jovanotti, Lucio Corsi e Goran Bregović. O ancora: memorabile è stata per decenni la manifestazione sportiva “Ski Tour 3” tra Italia, Austria e allora Jugoslavia.

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Martina Napolitano
Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica, è docente di lingua russa e traduzione presso l’Università di Trieste, si occupa in particolare di cultura tardo-sovietica e contemporanea di lingua russa. È traduttrice, curatrice di collana presso la casa editrice Bottega Errante ed è la presidente di Meridiano 13 APS.