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I cervi, spesso rappresentati nell'iconografia della band Laibach (tratto dal videoclip di Tanz Mit Laibach)
Stag in inglese, jelen in sloveno, cervus in latino: stiamo parlando del cervo, una delle figure centrali nei collage, nelle installazioni e nei video del collettivo avanguardistico sloveno Neue Slowenische Kunst (NSK), in particolare del gruppo di arte visiva Irwin e dell’ensemble musicale Laibach (ramo musicale dell’NSK).
Troviamo le rappresentazioni di questa figura sparse un po’ ovunque nelle opere d’arte dell’NSK. Secondo i critici d’arte si tratta di uno dei tre simboli ricorrenti nell’opus della suddetta scuola avanguardistica, assieme alla croce greca e alla figura del seminatore. Ma da dove esattamente trae origine questo simbolo?
Nelle rappresentazioni popolari dell’Europa continentale il cervo rappresenta spesso la vita, la rinascita e la regalità. È il re delle foreste.
Troviamo le prime rappresentazioni di cervide già nell’epoca del paleolitico, si pensi alle figure nelle grotte di Lascaux in Francia. Nella simbologia europea e nella tradizione scozzese, il cervo può rappresentare la capacità di compiere scelte, il potere e il rinnovamento. Nella psicologia analitica è un animale dal significato eterogeneo e multiforme: con frequenza è associato all’anima, allo sviluppo spirituale, alla connessione con il mondo ultraterreno.
Il “Monarca di Glen” di Landseer
Nell’arte contemporanea, grazie anche ai molteplici riferimenti dell’NSK, il simbolo del cervo viene sovente accostato alla tradizione slovena. Ma si tratta di un’interpretazione corretta? Se si va ad indagare più a fondo, il cervo non solo non è stato storicamente molto presente nelle foreste slovene, ma ha rischiato persino l’estinzione.
Come si legge sul sito dell’Associazione dei cacciatori sloveni, infatti:
nel XIX secolo, il cervo nobile in Slovenia fu praticamente sterminato. Si pensa che gli ultimi cervi siano morti nel 1736 nel distretto di Laško, e infine nel 1826 nelle foreste del Trnovski gozd … Ad oggi resta aperta la domanda se il cervo nobile autoctono si fosse completamente estinto o meno. Con ogni probabilità, il cervo è sopravvissuto almeno in alcune foreste. Alla fine del XIX secolo furono istituite diverse riserve, che aiutarono la sua sopravvivenza sul territorio. I cervi si sono conservati sul territorio sloveno in buona parte grazie proprio a quelle riserve.
Va altresì puntualizzato che il cervo che appare nelle opere della Neue Slowenische Kunst è frequentemente un riadattamento dell’iconica figura realizzata da sir Edwin Landseer, dal titolo originale The Monarch of the Glen (Il Monarca di Glen). Gli artisti del collettivo Irwin (nucleo fondativo dell’NSK) se ne sono consciamente appropriati; basti pensare alla serie di opere esposte col titolo Vade Retro.
The Monarch of the Glen (1851) di Edwin Landseer
In base a questa interpretazione, il cervo nelle opere NSK diventa un simbolo piuttosto postmoderno e certamente slegato dalla tradizione autentica.
La copertina dell’album dei Laibach Neu Konservatiw (Laibach)
Il cervo dei Laibach: provocazione irrisolta
Non di rado troviamo il riferimento alla figura del cervo pure sui poster, nei video e sui palchi del collettivo musicale Laibach. Per fare alcuni esempi, possiamo osservare questo animale raffigurato sulle copertine di Neue Konservatiw (1985) e Nova Akropola (1986), ma anche su uno dei poster promozionali dell’album Spectre (2014). I cervi compaiono in alcuni video, tra cui Tanz Mit Laibach, brano tratto dall’album WAT del 2003.
Ascolta la playlist che abbiamo preparato con i brani dei Laibach!
Lo stesso collettivo Laibach, in occasione di una rara intervista concessa alla rivista britannica Time Out nella seconda metà degli anni Novanta, ha così replicato alla domanda del giornalista che accostava il simbolo del cervo all’arte slovena:
è strano che si chieda a noi un’interpretazione del simbolo delle corna dei cervidi, quando è risaputo che la Gran Bretagna ha un’importante tradizione artistica nella raffigurazione delle corna dei cervidi e si colloca al secondo posto, subito dopo la Germania e ancor prima degli Stati Uniti. Evidentemente, in Gran Bretagna avete oggigiorno completamente smarrito il senso primario della realtà; questo è il prezzo da scontare per aver aderito ai moderni principi del mercato che hanno causato una degenerazione dei consumi e un deprezzamento del valore. Da qui la vostra scarsa comprensione di certi simboli. Il pubblico inglese dovrebbe, di conseguenza, accontentarsi della seguente spiegazione, che stavolta vi concediamo: le corna del cervo simboleggiano l’aspirazione alla purezza, al sublime e al nobile, accostando al potere l’eternità, al coraggio la dignità ed infine l’amore alla morte.
La copertina dell’album dei Laibach Nova Akropola (Discogs)
In occasione del concerto negli spazi del Tate Modern di Londra nel 2012, l’intellettuale contemporaneo Simon Bell ha così descritto il palcoscenico della band slovena, mettendo a confronto la simbologia del cervo laibachiano, con un paio di corna davanti al microfono, all’opera dell’artista britannico Damien Hirst For the Love of God del 2007:
il teschio di Hirst è una novità del suo tempo; un pastiche giocoso, nato in simbiosi col tardo capitalismo. Le corna [dei Laibach] rappresentano invece una Weltanschauung antiquata, il cui unico valore nel tardo capitalismo è dato da un senso di kitsch piacevolmente offensivo. È in questa accezione che gli interventi dei Laibach risultano così vitali, ed è per questo che, dopo trent’anni di provocazioni e controversie, gli enigmi dei Laibach rimangono più attuali ed irrisolti che mai.
Un simbolo, tante interpretazioni
In definitiva, nelle opere della Neue Slowenische Kunst, e in particolar modo nel contesto visuale di Irwin e in quello musicale e scenico dei Laibach, il cervo può significare un ritorno alle tradizioni autentiche; la resistenza ad una tipologia di progresso che mette a rischio l’armonia naturale nonché delle tradizioni culturali; oppure può essere inteso come il simbolo che meglio di altri rappresenta una critica equilibrata e decisa, capace di controbattere ad ogni forma di ideologia autoritaria.
Ma forse il cervo della nuova cultura slovena è semplicemente un simbolo che rappresenta una molteplicità di dubbi e quesiti irrisolti. Pertanto, demandiamo al singolo lettore la facoltà di trovare in esso un significato singolare più o meno preciso e più o meno originale.
Nato a Trieste, dopo gli studi conseguiti all’Università dell’Essex e all’Università di Cambridge, è stato cultore in Economia politica all’Università di Trieste. È stato co-redattore della rivista online di economia “WEA Commentaries” sino alla sua ultima uscita. Si interessa di economia, sociologia e nel tempo libero ha seguito regolarmente il basket europeo ed in particolare quello dell’ex-Jugoslavia nel corso degli ultimi anni. Ha tradotto per vari enti ed istituzioni atti e testi dallo sloveno all’italiano e dall’italiano allo sloveno.