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Zaspa: il quartiere-murales di Danzica

La città di Danzica ha vissuto molti sconvolgimenti nel corso della sua storia: per secoli contesa tra Germania e Polonia, città libera tra le due guerre mondiali, poi completamente rasa al suolo durante la Seconda guerra mondiale. Oggi Danzica è una città portuale della Polonia, la cui architettura riflette la sua storia.

Tra le aree caratteristiche di questa città il quartiere Zaspa spicca per i suoi enormi murales che colorano i vecchi palazzoni grigi costruiti in uno dei tanti quartieri dormitorio della vecchia Europa del Patto di Varsavia.

Le origini: da palude ad aeroporto

Dove oggi sorgono enormi palazzoni residenziali nella periferia della città di Danzica, nel tredicesimo secolo l’area non era altro che un lago paludoso che si estendeva dal piccolo insediamento di pescatori di Zaspa (situato però nell’attuale quartiere di Letnica, più a nord) fino al monastero di Oliwa. Quando la proprietà del lago e i diritti di pesca ad esso collegati furono trasferiti all’ordine monastico di Oliwa, l’intera area prese il nome di Zaspa.

Con il passare dei secoli il lago venne coperto da sedimenti e su quel terreno, nel 1829, quando Danzica era parte della Prussia, l’esercito decise di costruirvi un grande campo di addestramento militare per gli Ussari della Morte, che erano di stanza nell’odierno quartiere di Wrzeszcz (al tempo Langfuhr).

Nel 1910, la parte meridionale del campo divenne un aeroporto militare che, dopo la Prima guerra mondiale, passò sotto il controllo delle autorità della neonata Città Libera di Danzica, sotto l’egida della Società delle Nazioni. L’aeroporto civile di Danzica collegò la città al resto d’Europa sia nel periodo tra le due guerre che dopo l’invasione nazista nel 1939, che diede inizio al secondo conflitto mondiale. In questo periodo, l’aeroporto di Zaspa fu teatro dell’esecuzione degli ufficiali dell’ufficio postale di Danzica, che resistettero all’assedio delle truppe naziste per 17 giorni. I loro resti riposano oggi al cimitero memoriale di Zaspa.

Nasce il quartiere residenziale

Al termine della Seconda guerra mondiale, la città di Danzica passò sotto il controllo della riformata Polonia, i cui confini inglobarono la regione della Pomerania e dei territorio a est del fiume Oder che prima erano tedeschi.

La città di Danzica, quasi del tutto rasa al suolo dai bombardamenti alleati in quanto città portuale strategica della Germania nazista, fu lentamente ricostruita. Anche l’aeroporto a Zaspa fu ripristinato a partire dagli anni Cinquanta, cambiando il suo nome in aeroporto di Danzica-Wrzeszcz e operando congiuntamente sia come aeroporto civile che militare.

Nel 1974, a seguito di una riforma che estendeva i confini della città di Danzica, si decise di costruire un nuovo aeroporto nel quartiere più periferico di Rębiechowo (dove si trova l’attuale aeroporto di Danzica), in quanto quello preesistente era schiacciato tra il centro cittadino, la ferrovia e la costa, e non poteva quindi espandersi ulteriormente.

Le autorità cittadine decisero di indire un concorso per un nuovo progetto in quest’area: la costruzione di un quartiere residenziale, realizzato poi dall’architetto Roman Horodyński tra gli anni Settanta e Ottanta. Dell’aeroporto restarono solo qualche hangar riconvertito e i nomi delle strade – via dei Piloti (ulica Pilotów), via del Decollo (ulica Startowa) – che ne ricordavano il passato aeronautico.

Zaspa divenne quindi uno tra i tanti quartieri-dormitorio costellato da palazzoni di cemento sorti nei paesi dell’Europa dell’est durante il periodo comunista. Quell’anonimo quartiere, nato sulle macerie di un aeroporto, era però destinato a risaltare tra i suoi simili. Qui viveva, per esempio, Lech Wałęsa, leader di Solidarność (la prima organizzazione sindacale indipendente nel blocco sovietico), premio Nobel e fautore della transizione verso la Polonia post-comunista, di cui ne divenne primo presidente. Allo stesso tempo, il quartiere fu anche sede di Radio Solidarność, le cui trasmissioni illegali osteggiate dal regime comunista erano di difficile intercettazione proprio a causa della conformazione dei palazzi del quartiere.

Curiosità vuole che l’attuale aeroporto di Danzica, nato in sostituzione a quello di Zaspa, sia dedicato proprio a Lech Wałęsa.

Fine dei blocchi: l’era del quartiere-murales di Zaspa

Murales di Papa Wojtyła e Lech Wałęsa (Pinterest)

Era il 1997 quando Danzica celebrava i mille anni dalla sua fondazione. In questa occasione, l’artista Rafał Roskowiński decise di indire un festival artistico per la realizzazione di murales tra i palazzi del quartiere Zaspa. Fu lui l’autore di una tra le più simboliche di queste opere, raffigurante due figure chiave che hanno portato la Polonia nella nuova era post-comunista: il primo è proprio Lech Wałęsa che, con il suo movimento dal basso, cambiò la storia del paese proprio partendo dalla città di Danzica. L’altro era Karol Wojtyła, alias Papa Giovanni Paolo II, che nei primi anni del suo pontificato sostenne e diede voce alla battaglia del movimento Solidarność e di tutto il popolo polacco.

Queste opere, simbolo del rinnovato sentimento patriottico tipico di quegli anni, divennero il germoglio di un vero e proprio movimento culturale della città di Danzica. A partire dal 2008, numerosi artisti anche provenienti dall’estero accolsero l’invito a realizzare murales nel quartiere di Zaspa, rivoluzionando l’estetica di quei grigi palazzi ereditati dal periodo comunista e trasformandoli in un parco artistico che oggi comprende 60 murales dai diversi stili e temi.

Oggi il complesso è rappresentato dalla collezione dei dipinti monumentali di Danzica, che comprende il Festival di Arte Monumentale, la Scuola di Murales di Danzica (fondata nel 2010 per formare artisti interessati nello sviluppo della street art) e guide locali del quartiere, che offrono walking tour per raccontare la storia e le storie dietro ciascun murale.

Attraverso il complesso del quartiere-museo di Zaspa, il graffitismo a Danzica si è fatto espressione di una rivoluzione sociale e culturale, con radici ben salde nella storia della città e del paese.

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Marco Alvi
Marco Alvi

Laureato in Studi sull’Est Europa all’Università di Bologna ha studiato e lavorato in Russia, Azerbaigian e Romania. Attualmente vive a Danzica, Polonia. Ha collaborato con East Journal dal 2020 al 2021. Per Meridiano 13 si occupa principalmente dell’area caucasica.