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Il secondo turno in Romania: chi sono i candidati di queste nuove elezioni?

Dopo l’annullamento delle presidenziali da parte dei giudici della Corte costituzionale dello scorso novembre, le autorità rumene hanno autorizzato una dozzina di candidati a presentarsi alle elezioni del 4 maggio. Ne sono stati respinti altrettanti, tra cui Diana Șoșeaca, già esclusa a novembre, e il più votato della volta scorsa, Călin Georgescu.

I favoriti per il secondo turno in Romania

A questa tornata, dalle presidenziali annullate si ripresenteranno solo Elena Lasconi, di USR Romania, allora piazzatasi seconda, e George Simion, leader di AUR e rappresentante di spicco dell’estrema destra. 

Dopo anni nel giornalismo, Lasconi è entrata in politica nel 2020, candidandosi con successo a sindaco di Câmpulung Muscel, una cittadina vicino a Bucarest. Lasconi era passata al secondo turno superando di una manciata di voti Marcel Ciolacu, rieletto primo ministro dopo le parlamentari del 2024 con i voti del Partito Social Democratico (PSD), del Partito Nazionale Liberale (PNL) e del partito della minoranza ungherese (UDMR). Lasconi è oggi una rappresentante dell’opposizione, una situazione che potrebbe favorirla vista la generale opposizione dell’opinione pubblica rumena allo status quo. 

George Simion, invece, si è assicurato il posto dopo il ritiro di un’altra candidata di estrema destra, Anamaria Gavrila, con la quale aveva concordato in anticipo di coordinarsi se entrambe le candidature fossero state approvate dalle autorità elettorali. Simion, che nel 2024 non era passato al secondo turno delle presidenziali, ha cercato di cavalcare l’onda lunga della popolarità di Călin Georgescu. Pur non essendo filorusso e favorevole alla Nato, Simion resta forse la scelta migliore per gli elettori scontenti dei governi centristi rumeni. Sia Simion che Gavrila hanno protestato la scelta dell’autorità elettorale rumena di squalificare Georgescu dalle presidenziali. 

Altri candidati in corsa 

Victor Ponta è stato primo ministro dei Socialdemocratici rumeni dal 2012 al 2015, quando si è dimesso in seguito alle proteste di piazza che hanno seguito l’incendio del club Colectiv in cui sono morte 64 persone. Ponta ha poi fondato un proprio partito, ma non ha ottenuto un grande successo. I procuratori hanno indagato Ponta per corruzione, ma lo hanno assolto definitivamente nel 2018.

Crin Antonescu si propone come candidato congiunto dei principali partiti centristi rumeni PSD, PNL e UDMR. Ex leader del PNL, Antonescu è noto soprattutto per il suo mandato come presidente ad interim una dozzina di anni fa, dopo che il parlamento rumeno aveva sospeso l’allora presidente Traian Băsescu.

Nicușor Dan è un candidato indipendente. È sindaco di Bucarest dal 2020. Matematico, si è dedicato all’attivismo e alla politica alla fine degli anni Novanta. Nel 2015 ha fondato l’Unione per la Salvezza di Bucarest, un partito politico che in seguito è diventato l’Unione per la Salvezza della Romania (USR), il partito oggi rappresentato da Lasconi. Dan si è dimesso dal partito nel 2017 dopo una controversia sulla possibilità che la costituzione rumena dovesse vietare i matrimoni gay.

Lavinia Șandru è stata membro della Camera bassa del parlamento rumeno tra il 2004 e il 2008. Giornalista e attrice, ha militato in diversi partiti, tra cui l’ex Partito Democratico. Ora è membro del Partito Social Liberale Umanista, una nuova incarnazione di un partito fondato decenni fa da Dan Voiculescu, un magnate dei media rumeno che ha trascorso sette anni in carcere per corruzione.

Cristian Terheș è un membro del Parlamento europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei. È vicepresidente della Commissione parlamentare per il controllo dei bilanci.

Ex sacerdote, Terheș ha definito le donne transgender “pervertite maschili” in un discorso al Parlamento nel 2023. Ha anche presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro il lockdown imposto dal governo rumeno nella primavera del 2020 in risposta alla pandemia di Covid-19, ma la Corte ha respinto il caso.

Silviu Predoiu è un generale rumeno e un agente dei servizi segreti di lunga data che ha ricoperto diversi incarichi come direttore ad interim dei servizi segreti esterni rumeni. La sua candidatura è sostenuta dalla Lega d’Azione Nazionale, un piccolo partito di centro-destra.

John Ion Banu è un ingegnere meccanico emigrato negli Stati Uniti nel 1985, dove ha fondato la Lega Romeno-Americana. In un’intervista del 2017, ha dichiarato di aver votato per Donald Trump per la sua promessa di controllare i confini americani. Ha anche affermato che avrebbe introdotto la pena di morte in Romania per corruzione e omicidio, e si è dichiarato favorevole al riconoscimento del diritto dei rumeni a portare armi.

Daniel Funeriu è un ex ministro dell’Istruzione di centro-destra ed ex membro del Parlamento europeo.

Sebastian Popescu è un veterinario che ha fondato due siti web di informazione e creato il partito Nuova Romania. Popescu si candida per riformare il sistema sanitario rumeno, migliorare l’istruzione nel paese e promuovere uno sviluppo economico sostenibile.

Il secondo dibattito presidenziale è stato organizzato da TVR martedì 29 aprile a Palazzo Cotroceni.

La televisione nazionale sostiene di aver invitato tutti gli 11 candidati, ma George Simion ha annunciato che non avrebbe partecipato al dibattito dopo aver dedicato solo pochi minuti a quello trasmesso su Digi24 il giorno precedente. Simion sembra aver fatto sua le lezione di Georgescu: le elezioni non si vincono con dibattiti televisivi.

Aggiornamento, 5 maggio 2025 – Dopo lo scrutinio del 98% dei voti, i risultati del primo turno indicano un chiaro vincitore al primo turno delle “nuove” elezioni  presidenziali in Romania: George Simion, leader di AUR e dell’estrema destra, che è riuscito a raccogliere ben il 40,1% di voti.

A sorpresa l’ex sindaco di Bucarest Nicușor Dan passa al secondo turno con il 21%, superando di un soffio il candidato dei partiti di governo Crin Antonescu. Fino a ieri sera gli exit poll sembravano dare Antonescu in testa. Il fuoco fatuo di Elena Lasconi e la prestazione di Dan dimostrano che l’elettorato moderato si è coalizzato intorno a un candidato alternativo ai partiti di governo.

In sostanza, cambiano i finalisti, ma la sceneggiatura resta la stessa delle presidenziali annullate. D’altra canto, è improbabile che istituzioni di vigilanza contestino questo risultato, visto che Simion è un candidato presentabile e considerato compatibile con i valori della Costituzione rumena.

La presenza al voto è stata del 53,21%. Domenica 4 maggio hanno votato 9.571.740 rumeni. Il secondo turno si svolgerà il 18 maggio.
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Gian Marco Moisé
Gian Marco Moisé

Ricercatore e divulgatore scientifico, esperto in relazioni internazionali, scienze politiche e dell'area dello spazio post-sovietico con un dottorato conseguito alla Dublin City University. Oltre all’italiano parla inglese, francese, russo, e da qualche mese studia romeno.