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Poeti, politici e santi: le strade di Budapest cambiano nome

di Krisztián Szabó e András Hont – Atlatszo*

Un terzo delle 8.598 strade e piazze di Budapest è stato rinominato almeno una volta nella loro storia. A sua volta, un terzo di queste ora porta il nome di una persona reale o fittizia, il più comune dei quali è Attila József. Questo articolo offre uno sguardo sulle ragioni dietro queste rinominazioni e sulle questioni legate alla memoria politica che vengono messe in luce.

Secondo il registro delle aree pubbliche di Budapest, un terzo degli spazi pubblici, pari a 2.961, è stato rinominato. Nel database, ogni nome attuale è elencato accanto al nome precedente, se del caso. Ma il registro non mostra la cronologia completa degli spazi che sono stati rinominati più volte.

Un caso esemplare è quello del noto incrocio Oktogon, che risale agli inizi del 1870 e che confina con l’arteria oggi conosciuta come corso Andrassy, a sua volta nominato come tale nel 1886. Le autorità di Budapest originariamente diedero a questa piazza il nome Nyolcszögű, di cui “ottagono” è l’antica traduzione greca. Successivamente è stata conosciuta ufficialmente come Oktogon dagli anni Venti fino al 1936, quando fu ribattezzata in piazza Mussolini in concomitanza con la visita del ministro degli Esteri italiano, conte Ciano. Nel giro di due anni il viale Andrássy collegava piazza Mussolini con piazza Hitler, precedentemente Körönd (che in ungherese significa semplicemente “circo”). Alla fine della guerra entrambe le piazze furono nuovamente ribattezzate: la seconda tornò a essere Körönd, mentre l’ex Oktogon divenne Piazza 7 Novembre (in riferimento alla Rivoluzione d’Ottobre). Successivamente, durante l’era del leader comunista del dopoguerra Mátyás Rákosi, corso Andrassy divenne via Stalin, per poi essere ribattezzata viale della Gioventù Ungherese durante la rivoluzione del 1956, e poi viale della Repubblica Popolare nel 1957. Nel 1971, Körönd divenne Kodály Körönd in onore di un compositore che vi aveva vissuto. La rinominazione di Körönd si è rivelata l’unica sopravvissuta al periodo socialista, con il ritorno di Oktogon e viale Andrássy ai loro nomi originali.

Questa storia, che riguarda una piccola parte della città, è un buon esempio di quella che è stata la rinominazione delle strade a Budapest. Ogni nuovo regime politico ha cercato di mostrare la propria distanza dal suo predecessore. In tutta l’Ungheria, i toponimi riflettono il fatto che la storia moderna del paese è stata piena di cambiamenti radicali.

Il miglior esempio di tutti potrebbe essere Károly Körút (viale Carlo o Charles Boulevard). Il tratto del viale tra corso Andrássy e corso Rákóczi (precedentemente Kerepesi) prese il nome dalla caserma Károly (ex Casa degli Invalidi, ora ufficio del sindaco), per poi essere cambiato in viale Carlo IV all’incoronazione del monarca nel 1916. Durante il breve periodo come Repubblica Sovietica Ungherese dopo la Prima guerra mondiale, divenne viale della Volontà del Popolo, prima di tornare a essere viale Carlo alla caduta della repubblica, e poi di nuovo viale Re Carlo dal 1926. Nel 1945 divenne corso Somogy Béla, dal nome dell’editore di un giornale socialdemocratico, poi nel 1953 il consiglio comunale decise semplicemente di auto-intitolarselo, e così fino al 1990 fu chiamata Tanács Körút (viale del Consiglio).

Nel centro di Budapest la percentuale di strade rinominate è particolarmente elevata nei distretti V (56%) e I (52%), ma solo una piccola percentuale di queste rinominazioni è avvenuta dopo la caduta del regime comunista (rispettivamente 7,2% e 2,9%). Fuori dal centro città, il maggior numero di cambi di nome è avvenuto nei quartieri XV (54%), XVI (49%) e XVII (46%). Quelli con il maggior numero di luoghi ribattezzati con nomi di persone (reali o fittizie) sono il VI (69%), VII (64%) e VIII (61%).

Dai dati è chiaro che le rinominazioni sono avvenute in periodi specifici. Un’ondata [di rinominazioni, N.d.T.] è avvenuta negli anni successivi al Trattato di Trianon, che stabilì i nuovi confini dell’Ungheria dopo la Prima guerra mondiale. Allora, le nuove denominazioni tendevano non tanto a onorare individui, ma piuttosto città ungheresi nei territori persi a causa del trattato.

La successiva grande ondata di rinominazioni è avvenuta nel 1953. A prima vista potrebbe sembrare collegata alla morte di Stalin e alla fine del peggior periodo del suo culto della personalità, ma in realtà non ha nulla a che fare con questo (abbiamo già visto come corso Andrassy ha portato il nome di Stalin fino al 1956). Il motivo è piuttosto da ricercare in una riforma amministrativa del 1950, quando sette città (come Csepel, Kispest o Újpest) e 16 grandi villaggi (come Békásmegyer, Mátyásföld o Soroksár) furono uniti alla capitale per creare la Grande Budapest. La fusione dei comuni ha portato alla proliferazione di strade e piazze con lo stesso nome, creando un problema di orientamento. Le risultanti rinominazioni furono naturalmente usate come opportunità di commemorazione.

Dopo il 1990, nel fermento della corsa alle rinominazioni, la nuova leadership liberale di Budapest ha cercato di rompere con la politica della memoria ed evitare di rinominare i luoghi pubblici con i nomi degli idoli del momento. In pratica ciò significò resuscitare la toponomastica storica, una politica consensuale che non suscitò opposizione da parte del governo conservatore dell’epoca. Quella fu l’ultima era di rinominazione di massa.

Negli anni successivi, l’espansione di nuovi complessi residenziali ha contribuito a ridurre la necessità di rinominare i luoghi esistenti. Nel 2011 ci fu infatti una piccola ondata di cambi di nome: Piazza Mosca divenne Piazza Széll Kálmán; Piazza della Repubblica divenne Piazza Papa Giovanni Paolo II; Piazza Roosevelt divenne piazza István Széchenyi; via Dembinszky nel XV distretto divenne via Wysocki. Questo però potrebbe essere attribuito agli eccessi del nuovo sindaco, István Tarlós, e questa politica finì in fretta perché impopolare.

Tra il 1858 e il 2023, 937 spazi pubblici sono stati rinominati con nomi di persone, cosa che rappresenta un terzo di tutte le rinominazioni. Dieci toponimi furono rinominati con il nome di Attila József tra il 1945 e il 1948, quando il partito lo battezzò a poeta proletario ungherese. Oggi sono 13 i luoghi che portano il nome di Attila József, rendendolo una delle figure più commemorate. Il primo posto è occupato dallo statista Lajos Kossuth e dal poeta nazionale Sándor Petőfi, con 18 toponimi ciascuno; seguono poi il poeta e drammaturgo Mihály Vörösmarty con 16, lo statista Gábor Baross con 14 e il poeta János Arany con 13.

La denominazione delle piazze pubbliche tende a riflettere i valori politici di coloro che detengono l’autorità e la loro concezione di commemorazione. Dal 1990, i distretti locali hanno il diritto di avviare la rinominazione, anche se in alcuni casi è richiesto il consenso del consiglio comunale.

Dopo il 1990, durante i premierati dei conservatori moderati József Antall e Péter Boross, i consigli distrettuali hanno rinominato i luoghi per cancellare l’era socialista e la sua ideologia dagli spazi della capitale. Così il viale Lenin è diventato viale Erzsébet e il viale della Repubblica popolare è tornato a essere viale Andrássy. Successivamente, durante il secondo governo Orbán, i consigli locali hanno rinominato un numero significativo di strade, 57 delle quali hanno preso nomi di persone.

Il numero di rinominazioni dipende in larga misura anche dalle dimensioni del quartiere: più è grande il distretto, più spazi pubblici ha, maggiore è quindi il numero di rinominazioni. La mappa seguente mostra le cifre per distretto, aggregate in base al fatto che il luogo sia stato rinominato con il nome di una persona o meno, e se la rinominazione sia avvenuta prima o dopo il cambio di regime nel 1990. Puoi cliccare su ciascun distretto per vedere l’anno e il nome precedente dello spazio pubblico rinominato.

In seguito al periodo immediatamente successivo al 1990, quando l’attenzione era rivolta a cambiare la politica commemorativa dell’istituzione politica precedente, c’è stato molto meno entusiasmo per la rinominazione [degli spazi pubblici, N.d.T.], come evidenziato dalla frequenza in calo. Tuttavia c’è stato anche un declino a lungo termine nella denominazione delle strade in generale, a causa della crescente densificazione della città e della sempre minore creazione di nuovi spazi pubblici.

Mappare la diversità tra le strade di Budapest

Il progetto Mapping Diversity, coordinato dallo European Data Journalism Network e OBC Transeuropa, è stato pubblicato nel marzo 2023 e si è concentrato sull’equilibrio di genere degli spazi pubblici nelle città europee. Il progetto include Budapest, con dettagliate informazioni biografiche sulle donne a cui sono stati intitolati gli spazi pubblici della capitale.

Mapping Diversity è un progetto che mira a identificare lezioni chiave sulla diversità e sulla rappresentazione dei nomi delle strade in tutta Europa e ad avviare una discussione su chi è assente negli spazi pubblici delle nostre città. Il progetto ha esaminato 145.933 nomi di strade in 30 principali città europee in 17 paesi. Più del 90% delle strade dedicate a persone portano nomi di uomini bianchi. Quindi cos’è successo a tutte le altre figure storiche d’Europa? La mancanza di diversità nella toponomastica dice molto del nostro passato e contribuisce a plasmare il presente e il futuro dell’Europa.
Esplora il progetto

Il registro dei toponimi di Budapest mostra che il numero di spazi pubblici intitolati a donne è sempre stato basso in confronto, ovviamente per il fatto che le figure più importanti della storia sono state principalmente uomini. Nonostante un calo nelle denominazioni di strade negli ultimi anni, nel 2023 agli spazi pubblici sono stati dati più nomi di donne (7) che di uomini (4).

Utilizzando ed estendendo i dati di Mapping Diversity Budapest, abbiamo creato un database molto più dettagliato per il progetto Nomi e Piazze, che abbiamo prodotto nel 2022 in collaborazione con l’Archivio della città di Budapest. Abbiamo aumentato da 2.247 a 2.591 il numero di spazi pubblici identificati e abbiamo creato una scheda tecnica sul modello di Mapping Diversity per ciascun nome. Ciò consente agli utenti di scoprire informazioni di base su ogni spazio pubblico, inclusa una breve biografia della persona a cui lo spazio è stato intitolato.

Il sito conteneva già una descrizione delle strade ribattezzate dopo il cambio di regime nel 1990. Questa sezione è stata ampliata per includere i dati più recenti, a partire da giugno 2023, fornendo così una panoramica di 33 anni della politica di commemorazione.

*Questo articolo è stato inizialmente pubblicato su EDJNet e su Atlatszo. La traduzione dall’inglese è a cura di Giulia Pilia. Le immagini e i grafici nell’articolo sono ad opera di Atlatszo.

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Redazione
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