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Ivan Grbec: un intellettuale della comunità slovena di Trieste da riscoprire

Natio del rione triestino di Servola (in sloveno Škedenj), Ivan Grbec è stata una figura centrale per la cultura della comunità linguistica slovena e, a onore del vero, un personaggio poco compreso e non sufficientemente valorizzato dalla maggioranza italiana nella città giuliana. Ebbe un ruolo importante in diversi settori culturali, che comprendono la didattica, la composizione musicale, la saggistica nonché la critica giornalistica, in un contesto sociale e culturale indubbiamente molto diverso da quello contemporaneo. Citando la musicologa e giornalista Luisa Antoni, possiamo sintetizzare come segue:

il compositore, pubblicista, etnomusicologo e didatta Ivan Grbec è un importante, ma meno conosciuto fondatore della vita musicale organizzata degli Sloveni in Italia.

Luisa Antoni

Un carattere forte a fronte di un’epoca difficile

Ivan Grbec nacque nel 1889 in una famiglia di contadini. Da giovanissimo, ancor prima di aver compiuto il decimo anno d’età, iniziò lo studio del violino. Tra il 1910 e il 1914 studiò armonia, contrappunto e analisi della forma sotto la guida del suo mentore Alojzij Sancin. Quindi proseguì gli studi sotto l’ala del maestro-compositore italiano Antonio Smareglia, fino al 1927. Da giovane trovò a Trieste lavoro come insegnante tra le scuole di Servola e Roiano (Rojan).

La guerra interruppe gli studi del giovane talento Grbec, che comunque continuò con determinazione a dedicarsi all’attività musicale nonostante le limitazioni dovute agli accadimenti dell’epoca. Possiamo dire che l’intera vita di Grbec si sviluppò sotto il segno di avvenimenti funesti e periodi storici complessi e provanti: non possiamo non ricordare il ventennio fascista, durante il quale l’insegnamento e l’utilizzo della lingua slovena furono messi a dura prova nella regione del Friuli Venezia Giulia, né le due guerre mondiali con tutti i risvolti che ebbero sulla comunità slovena in Italia e il rischio di un’assimilazione linguistica e culturale.

Non a caso, dal 1932 al 1939 Grbec fu in esilio in Croazia, dato che, come ha osservato Pavle Merkù, in Slovenia non c’era posto per lui:

quando nel 1932 Grbec ha lasciato Trieste, qui non era rimasto più nessuno. Se ne è andato come un ultimo tardivo soldato, di cui si sono dimenticati già tutti. Dai suoi racconti mi ricordo solo l’amarezza con cui mi ricordava dei rifugiati del Litorale, suoi vecchi amici e collaboratori, disseminati per tutta la Slovenia, e di come alcuni di loro si erano fatti delle posizioni invidiabili, mentre altri vivacchiavano. Per lui in Slovenia non c’era più posto.

La centralità di Grbec per la comunità slovena in Italia

Dopo il periodo settennale d’esilio, Ivan Grbec fece ritorno nella sua Trieste. A conclusione della seconda guerra mondiale si dedicò senza alcuna esitazione alla vita culturale della comunità di riferimento, formando un coro di voci bianche e sviluppando, negli anni, una vera e propria attività di composizione musicale per bambini.

Ivan Grbec
Un ricordo di Ivan Grbec (Meridiano 13/Mitja Stefancic)

A tal proposito, tra le prime opere di Grbec si può annoverare l’accompagnamento musicale della fiaba slovena di Josip Ribičič V kraljestvu palčkov, tradotto in italiano col titolo “Nel regno degli gnomi”. Stando all’analisi proposta dallo studioso di musica Andrej Makor, si tratterebbe di una fiaba musicale apparentemente semplice, che cela in realtà una chiara e pungente satira verso il sistema autocratico austro-ungarico dei tempi passati.

Nel dopoguerra il nome di Grbec fu per lungo tempo legato all’attività didattica. Stando a quelle che sono testimonianze storiche, nell’ottobre del 1945 fu riabilitato all’insegnamento nella città giuliana come preside della scuola a Servola e, in seguito, continuò a insegnare a San Giuseppe della Chiusa (Ricmanje) e infine a Sant’Anna, dove operò sino al pensionamento anche come operatore scolastico.

L’attività musicale e compositiva

Per la minoranza autoctona slovena, Grbec ha avuto un ruolo importante soprattutto nel contesto musicale. Ha lavorato per la radio, firmando diverse composizioni, alcune delle quali su ispirazione della poesia slovena: tra i poeti che lo hanno ispirato maggiormente possiamo citare Oton Župančič, Karel Destovnik-Kajuh e il penetrante poeta del carso sloveno, Srečko Kosovel.

Se ti interessa la musica slovena contemporanea vai alla pagina dedicata.

Il suo nome è legato altresì alla scuola triestina di musica “Glasbena Matica”, seppure il suo ruolo nel contesto della predetta scuola musicale risulterebbe non essere ancora del tutto chiaro. Ciò è dovuto, forse, alle critiche mosse dallo stesso Grbec, che in alcune occasioni rimproverò alla direzione della scuola una certa inadeguatezza organizzativa e artistica. Da quanto si può leggere in alcuni approfondimenti che lo riguardano, Grbec ha abbandonato la suddetta scuola nel 1948 (sembrerebbe in rapporti tutt’altro che amichevoli). Detto ciò, tra i suoi allievi più talentuosi possiamo annoverare Ignacij Ota, Erminij Ambrozet, Dušan Jakomin e Pavle Merkù.

Infine, va ricordato il suo minuzioso e attento lavoro di raccolta etno-musicale, che venne pubblicato in volume postumo a cura di Pavle Merkù, dal titolo Ljudske pesmi (“Canti popolari”, 1971).

Un personaggio omaggiato, eppure non ancora abbastanza valorizzato

A Ivan Grbec sono oggi intitolati una scuola primaria con lingua d’insegnamento slovena a Trieste nonché un circolo culturale a Servola. In sua memoria è tuttora attivo il coro femminile della comunità slovena “Ivan Grbec”, che è stato fondato nel 1980. Eppure il suo lascito culturale appare ancora poco familiare soprattutto alla “maggioranza” italiana di Trieste e dintorni e di chi, nel nord-est, non ha ancora avuto modo di approfondire la variegata realtà culturale della comunità slovena.

Recentemente sono stati pubblicati alcuni saggi brevi che gettano luce sull’interessante figura di questo intellettuale per molti versi atipico, che sembra racchiudere alcune fondamentali qualità nietzschiane: la forza di volontà, necessaria per superare i momenti difficili della storia e, soprattutto, la centralità data alla musica e all’arte, senza le quali la vita dei singoli risulterebbe alquanto scarna.

Puntualizzato ciò, ad oggi sembra persistere una certa lacuna conoscitiva riguardo il ruolo svolto in passato da Grbec, che andrebbe in qualche modo colmata con altri approfondimenti e nuovi saggi, per meglio comprendere e debitamente valorizzare un personaggio dal carattere determinato, dai molteplici interessi personali e da una forza d’animo piuttosto rara.

Spunti bibliografici

Per chi volesse saperne di più sulla figura di Ivan Grbec e sulla sua epoca, si consigliano i seguenti saggi e approfondimenti:

  • Pavle Merkù, La personalità e la produzione di Ivan Grbec, KD Ivan Grbec, Trieste, 2003
  • Fiorenza Ozbot, La musica nei periodici sloveni pubblicati a Trieste dalla seconda metà dell’Ottocento fino al primo trentennio del Novecento, Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei, Gorizia, 2015
  • Andrej Makor, Ivan Grbec. Pozabljeni profesor, KD Ivan Grbec, Trieste, 2021

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Mitja Stefancic
Mitja Stefancic

Nato a Trieste, dopo gli studi conseguiti all’Università dell’Essex e all’Università di Cambridge, è stato cultore in Economia politica all’Università di Trieste. È stato co-redattore della rivista online di economia “WEA Commentaries” sino alla sua ultima uscita. Si interessa di economia, sociologia e nel tempo libero ha seguito regolarmente il basket europeo ed in particolare quello dell’ex-Jugoslavia nel corso degli ultimi anni. Ha tradotto per vari enti ed istituzioni atti e testi dallo sloveno all’italiano e dall’italiano allo sloveno.