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La guida di Meridiano 13 al Trieste Film Festival

Sabato 21 gennaio prende ufficialmente il via la 34esima edizione del Trieste Film Festival, il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale. Quest’anno la consueta rassegna dedicata alla regia femminile Wild Roses fa tappa in Ucraina, presentando una selezione di sette lungometraggi (ma anche alcuni corti) diretti da registe ucraine. L’arco temporale su cui si concentrano queste produzioni non riguarda però soltanto il tragico 2022, ma propone piuttosto una panoramica non esaustiva che va dal 2014 ai giorni nostri.

Curato dallo slavista e critico cinematografico Massimo Tria, tra i film selezionati del Trieste Film Festival c’è Stop Zemlja di Kateryna Hornostaj, ambientato in una scuola di Kyiv, di cui avevamo già parlato in questa recensione scritta da Sara Urbani in collaborazione con La Falla. La redazione di Meridiano 13 ha selezionato anche altri titoli per voi, spulciando tra i titoli del focus al femminile e quelli nell’intero programma offerto quest’anno dal Trieste Film Festival.

Buona visione!

Il cinema combattente di Wild Roses

Domašni ihry (Home Games), di Alisa Kovalenko, 2018, 86’
23 gennaio
ore 17:00

Alina è una giovane ventenne che abita a Kyiv in condizioni di povertà. Il calcio è la sua passione e potrebbe darle un futuro, ma la giovane deve badare anche ai suoi fratelli più piccoli. Un ritratto duro di famiglie disagiate e di donne coraggiose. Presentato in anteprima allo Sheffield Doc/Fest nel 2018 e selezionato per Last Stop Trieste nello stesso anno.

Oggi in Ucraina ci sono solo 200 giocatrici professioniste. Le condizioni sono molto difficili. Ho deciso di seguire una di queste ragazze, Alina, che mi ricordava mia cugina. Domašni ihry non è solo un film sul calcio, è anche la storia di una ragazza a cui la vita ha giocato brutti scherzi. Il conflitto che vive Alina è in realtà universale: rimanere fedeli alla propria famiglia oppure emanciparsi da un passato fatto di povertà? (A. Kovalenko)

Per saperne di più sul mondo dello sport in Ucraina, leggi anche: Giocare sotto le bombe: voci dallo sport ucraino
Mariupolis 2, di Mantas Kvedaravičius, 2022, 112’
25 gennaio
ore 14:00

Nel 2022, Mantas Kvedaravičius è tornato in Ucraina, a Mariupol’, nel cuore della guerra, per ritrovare le persone che aveva filmato nel 2015. Dopo la sua morte, i suoi collaboratori hanno unito le forze per continuare a trasmettere il suo lavoro e la sua visione. Con grande forza e sensibilità, Mariupolis 2 ritrae la vita che continua in mezzo alle bombe e rivela immagini che restituiscono la tragedia, ma anche la speranza.

Sapete qual era la cosa più incredibile di Mariupol’? Nessuno temeva la morte, anche se la gente pensava di sì…Le persone si aiutavano a vicenda, anche rischiando la vita. Fumavano all’aperto e chiacchieravano, anche sotto le bombe. Il denaro non esisteva più, la vita era troppo breve per ricordarsene, e tutti erano felici con ciò che avevano, diventando versioni migliori di sé; senza passato o futuro, o giudizio… Era il paradiso all’inferno.  (dagli appunti di M. Kvedaravičius)

Koly padajut’ dereva (Quando gli alberi cadono), di Marysja Nikitjuk, 2018, 88’
24 gennaio
ore 15:30

In un villaggio post-sovietico dimenticato da Dio, Larysa s’innamora di un giovane e affascinante criminale, soprannominato “Šram” (cicatrice, ndr). Il ragazzo lascia il villaggio per andare a vivere in città e Larysa torna controvoglia a uno stile di vita più tradizionale. Ma sua cugina Vitka, una piccola ribelle di 5 anni, custodisce un segreto che può cambiare il destino di tutti. Presentato in anteprima alla Berlinale nel 2018, nella sezione Panorama.

Parte della storia si ispira alla mia infanzia. Il film è ambientato in un mondo infantile, un posto magico pieno di spiriti, creature mistiche e fantasmi. Questi sono i ricordi del luogo in cui vivevo da piccola. Ci siamo focalizzati su alcuni elementi artistici che ci hanno permesso di dare una rappresentazione iperbolica della natura. Quella descritta nel film è una realtà amplificata, il cui squallore è mostrato attraverso gli occhi di una bambina. (M. Nikitjuk)

S’oma zmina (Il settimo turno), di Natalija Il’čuk, 2023, 15’
24 gennaio
ore 14:00

Il ritratto poetico di una donna ucraina che svolge quattro lavori diversi e vive sola in una città post-industriale e semi-abbandonata.

Il film è ispirato all’omonimo racconto di Mari-Dari pubblicato sulla rivista ucraina Četver. Il testo inizia con l’immagine di una donna che vaga di notte per le strade, osservando i segnali stradali come se cercasse una direzione da prendere nella vita… L’esistenza della protagonista è finalizzata a preservare la sua natura, evitando gli schemi imposti dalla società e andando oltre la dimensione materiale delle cose. (N. Il’čuk)

Ja ne chotila robyty fil’m pro vijnu (Non volevo fare un film di guerra), di Nadija Parfan, 2023, 18’
24 gennaio
ore 15:30

Quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina la regista, che vive a Kyiv, si trovava in un villaggio di Beduini in Medio Oriente. Un posto accogliente e sicuro, così insopportabilmente lontano da casa. Dopo aver fatto un sogno premonitore, ha deciso di ritornare a Kyiv, in pieno conflitto. Contro il parere dei parenti ha intrapreso il lungo viaggio. Una volta arrivata, scopre che casa sua è cambiata per sempre.

Cej došč nikoly ne skinčyt’sja (Questa pioggia non finirà mai), di Alina Horlova, 2020, 103’
24 gennaio
ore 18:00

Il film segue la storia del ventenne Andrij Sulejman mentre cerca di costruirsi un futuro spostandosi all’interno di zone di guerra. Dalla guerra civile in Siria fino al conflitto ucraino, la vita di Andrij è racchiusa in un flusso apparentemente infinito di vita e di morte. Premio Best First Appearance all’IDFA e Miglior lungometraggio al Festival dei Popoli.

È caratterizzato dall’uso di immagini fisse e in bianco e nero. L’assenza di colore cancella le identità geografiche… Il film è diviso in 10 parti, a cui corrispondono i numeri arabi 0 1 2 34567890. Il documentario racconta due storie: quella della famiglia di Sulejman e quella del mondo che si muove sullo sfondo. Due mondi paralleli e si ritrovano in ogni sequenza, rafforzandosi a vicenda… (A. Horlova)

Tra le pellicole di tutto il programma del Trieste Film Festival

Trieste è bella di notte, di Matteo Calore, Stefano Collizzolli, Andrea Segre, 2023, 75’, Italia
22 gennaio
ore 16:30

Tra il 2020 e il 2021 al confine tra Italia e Slovenia in località Fernetti, a pochi chilometri da Trieste, i migranti che riuscivano ad attraversare il confine venivano fermati dalle forze dell’ordine italiane e rispediti indietro senza venire identificati e senza avere la possibilità di fare richiesta di protezione internazionale. Il ministero dell’Interno definisce queste operazioni “riammissioni informali”, ne difende la legittimità, ma non racconta come davvero avvengono… Le storie dei respinti/riammessi si intrecciano con le immagini realizzate dai migranti stessi con i telefonini durante i loro lunghi viaggi e con le contraddizioni e il dibattito all’interno delle istituzioni. In anteprima assoluta.

Trieste è bella di notte è un film sul confine instabile e confuso tra sicurezza e diritto, dove la gara tra governi europei alla riduzione dei numeri spinge le autorità a inventare procedure nuove, sfidando i limiti costituzionali e creando tensioni tra i diversi poteri dello Stato. (M. Calore, S. Collizzolli, A. Segre)

Aurora’s sunrise (L’alba di Aurora), di Inna Sahakyan, 2022, 97’, Armenia
25 gennaio
ore 14:00

Durante l’orrore del genocidio armeno, a soli 14 anni Aurora perse tutto. Quattro anni dopo, grazie al suo straordinario coraggio e un po’ di fortuna, Aurora riuscì scappare a New York. Lì la sua storia divenne un caso mediatico. Recitò nel ruolo di se stessa nel blockbuster hollywoodiano Auction of Souls e divenne il volto di una delle più importanti campagne di beneficenza nella storia degli Stati Uniti. Alternando animazione, interviste dell’epoca e estratti di Auction of Souls, Aurora’s Sunrise racconta una storia di sopravvivenza che era stata dimenticata. Presentato all’ultimo festival dell’animazione di Annecy.

Il genocidio armeno rappresenta il dolore permanente del mio paese. È anche il dolore della mia famiglia, il mio dolore. Volevo fare un film su questo argomento, ma ho sempre affrontato l’idea con prudenza. Temevo un approccio troppo sentimentale ed emotivo, e non volevo raccontare una storia che parlasse solo degli armeni quale popolo di vittime con la tragedia che gli scorre nel sangue. Finché un giorno, mentre cercavo interviste ai superstiti del genocidio armeno presso l’Istituto Zoryan, vidi un’intervista a Aurora Mardiganian… (I. Sahakyan)

Dezerteri (Disertori), di Damir Markovina, 2022, 45’, Croazia
27 gennaio
ore 22:00

Un film su una generazione di giovani bosniaci della città di Mostar travolti da una guerra devastante alla soglia della maturità e dalla difficile decisione di fuggire da essa. Le loro storie di esilio degli anni ’90, contenute nelle lettere spedite al regista del film dai campi profughi sparsi per l’Europa, si confrontano con le condizioni attuali della città che sono stati costretti a lasciare. Vincitore del premio per il Miglior film dell’Europa centrale e orientale e il premio per il Miglior montaggio del suono all’IDFF di Jihlava nel 2022, dove è stato presentato in anteprima mondiale. Anteprima italiana.

My love affair with marriage (La mia storia d’amore con il matrimonio), di Signe Baumane, 2022, 108’, Lettonia
28 gennaio
ore 16:00

Le canzoni e le fiabe che Zelma ascoltava da piccola la convinsero che l’Amore avrebbe risolto tutti i suoi problemi, a patto di assecondare le aspettative della società. Crescendo però Zelma si rese conto che qualcosa non funzionava nel concetto di amore: più lei tentava di comportarsi secondo le consuetudini, più il suo corpo sembrava resistere. Il film fonde animazione, musica, teatro, scienza, fotografia, scenografie tridimensionali e animazione tradizionale disegnata a mano per raccontare la storia di una giovane donna piena di energia alla ricerca dell’amore perfetto e di un matrimonio duraturo. Menzione della giuria al Festival dell’animazione di Annecy. 

Il mio obiettivo era quello di provocare e incuriosire il pubblico attento, mostrandogli un film che non aveva mai visto prima. Volevo che il film fosse pieno di humor e di svolte narrative sorprendenti e che si aprisse a scenari inattesi. Soprattutto volevo che trasmettesse al pubblico la consapevolezza che la biologia è la base dell’esistenza umana. Un altro aspetto che mi incuriosisce è il bisogno che abbiamo di trovare sempre un senso e una finalità, e ciò vale anche per le donne, cui non vediamo l’ora di affidare il ruolo di madri e di mogli. Il mio film ci sfida ad abbandonare questo approccio. (S. Baumane)

Iļġuciema māsas (Le sorelle di Iļġuciems), di Elita Kļaviņa, 2022, 60’, Lettonia
25 gennaio
ore 22:00

Sono legate dal dolore, dalla nostalgia e dal loro luogo di residenza: un istituto penitenziario femminile semi-aperto. Mettendo in scena con attori professionisti l’opera teatrale Tre sorelle di Anton Čechov, le detenute rivelano le loro storie strazianti, i loro sogni e il desiderio di una vita dignitosa al di fuori delle mura del carcere.

Nell’autunno del 2019 ho iniziato a svolgere attività di volontariato come regista presso lo studio teatrale del carcere. La scelta del dramma di Čechov è stata indubbiamente influenzata dal messaggio umanista in esso contenuto… Nel contesto lettone, dove il tasso di violenza contro le donne è tra i più alti in Europa e il dibattito sulla ratifica della Convenzione di Istanbul si svolge a rilento e con riluttanza, questo film può diventare un promemoria efficace per cercare soluzioni a questo annoso problema. (E. Kļaviņa)

Liczba doskonała (Il numero perfetto), di Krzysztof Zanussi, 2022, 85’, Polonia-Italia-Israele
25 gennaio
ore 16:00

Joachim è un uomo maturo che non deve più dimostrare nulla a nessuno. È benestante e la sua vita è stata un successo. Il destino fa sì che un giorno incontri il trentenne David, genio della matematica che ha abbandonato una carriera promettente all’estero e che ora sta cercando in Polonia una nuova strada. Le cose si fanno complicate quando una ragazza di nome Ola entra nella vita di David. Joachim e David sono due uomini che vivono fasi molto diverse della loro esistenza. Cosa possono imparare l’uno dall’altro? Come si può scegliere nella vita tra intelletto, fede e amore? Il film è stato presentato in anteprima al Gdynia Polish Film Festival.

Liczba doskonała è un film sulla matematica e su Dio. È la storia di un uomo che rinuncia al benessere per una passione per poi scoprire che ne valeva la pena. È anche un film che parla del vuoto e della pienezza della vita, dell’egoismo ma anche della gioia della condivisione. (K. Zanussi)

A provincial hospital (Un ospedale di provincia), di Ilian Metev, Ivan Chertov, Zlatina Teneva, 2022, 110’, Bulgaria-Germania
25 gennaio
ore 18:00

Kyustendil, una sonnolenta cittadina tra le montagne bulgare, è stata duramente colpita dal Covid. In una comunità molto unita, i pazienti incontrano ex compagni di classe nella stessa stanza d’ospedale. Nei corridoi si sentono spesso delle chiacchiere, ma la morte non è mai lontana. Molti pazienti vivono nella costante paura di peggiorare rapidamente e finire “di sopra”. Il piano “di sopra” è il reparto di terapia intensiva, dove solo pochi sono sopravvissuti. Inaspettatamente, la luce e le risate riecheggiano nei corridoi della clinica… Questo è un documentario di osservazione sulla pandemia, con scene delicate che ruotano attorno ad alcuni personaggi e dettagli che si svelano gradualmente. I registi hanno trascorso circa settanta giorni in ospedale, con pieno accesso all’unità di terapia intensiva, a volte lavorando letteralmente come assistenti dei medici. Per la sua particolare natura, il film è stato quasi interamente autofinanziato

Presentato all’ultimo festival di Karlovy Vary. Dal regista del pluripremiato Poslednata lineika na Sofia (L’ultima ambulanza di Sofia), presentato nel 2013 anche al Trieste Film Festival.

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Redazione
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