Nel weekend del 17 e 18 maggio 2025, milioni di rumeni sono andati a votare nel secondo turno delle elezioni presidenziali. In base ai risultati definitivi la tornata elettorale ha visto la vittoria del candidato moderato indipendente Nicușor Dan, che ha ottenuto il 53,6% sul candidato di estrema destra George Simion, attestatosi al 46,4%.
I risultati per contea del secondo turno delle elezioni presidenziali, presentati dall’Autorità elettorale permanente (AEP), mostrano che Nicușor Dan è risultato vincitore a livello nazionale, ampiamente sostenuto a: Bucarest, Cluj, Timiș, Iași e Brașov. Il suo avversario, George Simion, ha ottenuto la maggioranza dei voti in più della metà delle contee del paese.
Il numero totale degli elettori che hanno votato al secondo turno è stato 11.635.741, pari al 64,72% del numero totale degli elettori iscritti nelle liste elettorali permanenti. Il numero totale dei voti validi espressi è 11.501.493, pari al 98,85% del numero totale degli elettori che si sono recati alle urne. Il numero totale di voti nulli è 134.178, pari all’1,5% del numero totale degli elettori che si sono recati alle urne.
Simion, il presidente della diaspora
Il voto della diaspora si è concluso domenica sera con una mobilitazione storica. Secondo i dati forniti dall’Autorità elettorale permanente, 1.645.459 cittadini rumeni all’estero hanno esercitato il diritto di voto al secondo turno delle elezioni presidenziali. Di questi, 3.139 hanno votato per posta.
Si tratta dell’affluenza alle urne più alta registrata nella diaspora in un’elezione presidenziale dal 1989. La soglia del primo turno, tenutosi il 4 maggio, quando avevano votato 973.129 rumeni, è stata superata già domenica pomeriggio, verso le 13:00. Il processo elettorale si è svolto nell’arco di tre giorni, dalle 7:00 di venerdì alle 21:00 di domenica, nei 965 seggi elettorali organizzati all’estero.
Il candidato più votato è stato George Simion, che ha ottenuto il doppio delle preferenze dell’avversario in paesi come Spagna (67,98%), Italia (66,78%), Austria (66,09%) e Belgio (65,41%). L’elettorato della diaspora rumena, fatto di tanti lavoratori e manovalanti che da anni fungono da motore economico in paesi con una popolazione mediamente più anziana, si era già chiaramente espresso in favore di Georgescu durante le elezioni annullate di novembre 2024.
L’eccezione sono stati i rumeni della Repubblica Moldova. Alle elezioni presidenziali in Romania hanno partecipato 158.133 moldavi con doppia cittadinanza. I moldavi al di là del Prut hanno però votato largamente in favore di Dan, che ha ottenuto l’88% delle preferenze.
Per questo motivo, già nei giorni scorsi Simion aveva accusato il governo moldavo di sponsorizzare “turismo elettorale”. Alle accuse ha replicato il ministro dell’Istruzione moldavo Dan Perciun: “Alcuni politici e le loro pagine affiliate, senza alcun imbarazzo, hanno iniziato a condividere foto di scuolabus utilizzati nell’ambito della campagna nazionale ‘Impara in Moldova’, insinuando che fossero utilizzati per il trasporto elettorale. La realtà è diversa. Ieri, diverse centinaia di studenti provenienti da tutto il paese si sono recati a Chișinău per visitare le università, tra cui l’Università Tecnica di Moldova, nell’ambito di un’attività organizzata dal ministero dell’Istruzione e della Ricerca per promuovere gli studi universitari in Repubblica Moldova.”
Dietro la vittoria di Nicușor Dan
Il risultato finale delle elezioni sorprende fino a un certo punto, perché l’impressione resta quella di un paese diviso su posizioni difficilmente conciliabili. Una grande parte dell’elettorato rumeno moderato che non si era espresso al primo turno e alle elezioni annullate, si sia mobilitato per evitare che un candidato di destra estrema come Simion diventasse presidente (la differenza tra i votanti tra il primo e secondo turno è più del 10%, e la differenza non è dissimile se considerata la percentuale del primo turno delle elezioni annullate). Ma che si cambi Georgescu con Simion e Lasconi con Dan, il risultato complessivo resta quello di un elettorato fortemente orientato su posizioni che a tratti sono reazionarie e di rottura.