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In questa recente intervista di Francesco Martino con l’ecologo Pavel Vasilev*, pubblicata originariamente su Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa nell’ambito del progetto Cohesion4Climate cofinanziato dall’Unione Europea, Vasilev ci parla della situazione attuale degli zoo in Bulgaria, tra eredità controverse del passato e nuove sfide future.
Può farci una panoramica della storia dei parchi zoologici in Bulgaria?
Lo zoo più antico è quello di Sofia, fondato nel 1890 da re Ferdinando I, che ha creato anche l’Acquario di Varna nel 1906. Gli altri zoo sono stati aperti durante il socialismo.
Secondo un rapporto di Four Paws del 2021, attualmente ci sono 21 zoo nel paese: probabilmente di più, considerando acquari, terrari, musei di storia naturale, giardini delle farfalle e giardini botanici. Ogni istituzione, grande o piccola che sia, è importante, perché offre alle persone l’opportunità di avvicinarsi alla natura. Il vantaggio dei parchi zoologici bulgari è che sono distribuiti in tutto il paese, il che significa che la maggior parte delle persone ha accesso a uno di essi.
La fauna presente è sempre piuttosto simile: alcuni mammiferi erbivori, molte specie di uccelli, grandi felini, orsi, scimmie e alcuni animali domestici. A Sofia si possono trovare animali meno comuni come lemuri, ippopotami ed elefanti. Gli zoo bulgari ospitano spesso la fauna locale, cosa piuttosto rara negli zoo dell’Europa occidentale, che si concentrano principalmente su specie sudamericane, asiatiche e africane.
Qual è la situazione attuale degli zoo in Bulgaria?
Gli zoo in Bulgaria hanno un approccio ragionevolmente etico. Non ci sono cattive pratiche come spettacoli circensi, il permesso ai visitatori di toccare le tigri, la presenza di animali malnutriti o sovrappeso o contrabbando illegale di animali.
Il loro fardello è il loro passato. Prima si sapeva poco del comportamento e dell’ecologia degli animali, il che ha portato a costruire gli spazi senza tenere conto di molti aspetti importanti. L’architettura socialista è ancora visibile: alcuni zoo sono quasi una finestra sugli anni Sessanta.
Ci sono ancora delle belle strutture, soprattutto per gli erbivori come cervi, cammelli, cinghiali, ecc. Primati e grandi felini, invece, sono spesso tenuti in gabbie, mentre gli orsi sono tenuti in buche di cemento.
Come sono cambiati gli zoo bulgari negli ultimi anni?
Stiamo assistendo a cambiamenti, anche se lenti. Ci vogliono molti sforzi e fondi per ricostruire tutti gli spazi in modo moderno, valorizzando l’habitat e il comportamento naturale degli animali.
Nello zoo di Sofia si notano ottimi miglioramenti per quanto riguarda i recinti dei grandi felini e delle scimmie: pavimenti in substrato naturale al posto del cemento, più spazio e vegetazione. Una ricerca online ha dimostrato che lo zoo di Dobrič ha integrato la foresta circostante nei suoi spazi. Anche il Santuario degli Orsi di Belitsa sembra aver tenuto conto delle esigenze degli animali.
Inoltre, la Bulgaria ha finalmente uno zoo membro dell’Associazione europea degli zoo e degli acquari (EAZA). Lo zoo di Sofia è un membro temporaneo. Si spera che diventi membro a pieno titolo.
Quali problemi rimangono? E come affrontarli?
Il problema dei recinti: gabbie e fosse di cemento dovrebbero essere un ricordo del passato. Gli zoo si aggrappano a leoni, tigri, leopardi, orsi e primati perché attraggono visitatori. I visitatori bulgari hanno una visione obsoleta della fauna selvatica: li considerano bestie spaventose e vogliono uno spettacolo. Gli zoo devono affrontare questo problema e insegnare che un lama è interessante quanto un giaguaro. Non esistono animali noiosi e tutte le specie meritano di essere rispettate e protette.
Gli zoo possono creare mostre con specie miste, che mostrano la bellezza di interi ecosistemi. Questo concetto manca negli zoo bulgari. Vediamo ancora una specie per recinto, con eccezioni come gli stagni con diverse specie di uccelli acquatici.
Gli zoo che ospitano carnivori e primati devono ristrutturare i recinti secondo gli standard EAZA o rinunciare agli animali che non possono tenere. Si possono ottenere risultati incredibili, anche con soli animali domestici, con un po’ di creatività e conoscenza.
Dobbiamo anche parlare dell’esperienza dei visitatori. L’accessibilità è praticamente inesistente: niente rampe, segnaletica e percorsi per ipovedenti, mappe, audioguide, parcheggi per disabili, corrimano, pochi posti a sedere e ristoranti. Le condizioni dei servizi igienici sono pessime e questo può davvero scoraggiare i visitatori.
In passato, in Bulgaria sono stati trovati zoo con cattive condizioni per gli animali o senza licenza. Il problema è stato risolto?
Ci sono state controversie sulle licenze degli zoo diversi anni fa. Da allora sono stati presi provvedimenti. Dopo una risposta del ministero dell’Ambiente e delle Acque del 2021, gli zoo di Gabrovo e Razgrad sono stati multati per le loro cattive pratiche, mentre quello di Kjustendil ha perso la licenza.
Secondo il documento, gli zoo di Sofia, Pavlikeni, Loveč, Kneža, Pleven, Blagoevgrad, Varna e Dobrič hanno ottenuto una licenza o una licenza parziale, nonostante non soddisfacessero tutti i requisiti.
Secondo il rapporto Four Paws del 2021, gli zoo di Plovdiv, Gabrovo, Stara Zagora e Šumen erano privi di licenza e sono stati chiusi al pubblico, mentre quello di Kjustendil era ancora aperto, nonostante la revoca della licenza.
Non so se nel frattempo i requisiti siano stati soddisfatti.
Le sfide del cambiamento climatico sono sempre più centrali nella progettazione e nella concezione degli zoo in molti paesi europei. La Bulgaria sta seguendo questa tendenza?
L’obiettivo principale di ogni zoo dovrebbe essere affrontare problematiche ecologiche come la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico e l’inquinamento. Purtroppo, questo aspetto manca negli zoo che ho visitato in Bulgaria. Ciò che vediamo è un animale in un recinto, con un cartello accanto che indica il nome della specie, la sua provenienza e la sua dieta. Tutto qui. Il visitatore, a meno che non sia già ben informato, non ha alcun contesto su ciò che sta vedendo.
Gli zoo dell’Europa occidentale danno maggiori informazioni sul livello di minaccia delle specie, le ragioni del loro declino e le misure adottate per la loro conservazione. Gli zoo moderni offrono informazioni online, libri e riviste, giochi che informano sull’argomento e molti altri strumenti. Gli zoo bulgari non hanno ancora implementato queste soluzioni.
Alcuni zoo prendono a prestito le pratiche museali esponendo oggetti, come ad esempio borse in pelle accanto ai coccodrilli, per illustrare meglio la minaccia per gli animali.
Gli zoo bulgari sono in grado di sviluppare attività pedagogiche ed educative?
È difficile dirlo. So che lo zoo di Sofia è piuttosto attivo. Gli altri potrebbero collaborare con scuole e università, ma non ci sono informazioni. Ogni zoo deve pubblicare relazioni annuali e un elenco di tutte le sue attività. Può darsi che ci siano zoo senza alcuna attività pedagogica. Se così fosse, la situazione deve cambiare.
Biologia ed ecologia non possono essere insegnate solo in classe. Gli zoo rappresentano un’ottima alternativa.
L’Ue svolge un ruolo attivo nel monitoraggio degli standard e nello sviluppo di nuove pratiche in questo settore?
Sì, l’Ue regolamenta la custodia degli animali selvatici. Sulla carta, tutto procede bene, ma il controllo e le azioni intraprese sono insufficienti. Il vantaggio è che far parte dell’Ue consente ai rappresentanti pubblici di adire le vie legali, cosa che sta accadendo.
Nella cornice del programma “Ambiente” 2021-2027, fondi europei per un totale di 1.520.000 euro hanno contribuito a un progetto di supporto tecnico agli zoo in Bulgaria. Obiettivo del progetto è stata l’implementazione di proposte di finanziamento per l’ammodernamento e la ricostruzione degli zoo coinvolti, rilanciandone secondo concezioni moderne il ruolo di conservazione e protezione degli animali. Il progetto, per un valore totale di circa 1.800.000 euro, ha coinvolto buona parte dei parchi zoologici oggi presenti in Bulgaria.
Molti sono esplicitamente contrari agli zoo, considerandoli un retaggio del passato. Gli zoo hanno un significato e un ruolo nel mondo di oggi?
Incontro persone con opinioni radicali sugli zoo. Di solito non hanno mai lavorato con gli animali e hanno una scarsa conoscenza dell’argomento. È sbagliato fare supposizioni e generalizzazioni così ampie. Gli zoo di tutto il mondo stanno passando dall’essere luoghi di mero intrattenimento a istituzioni che educano il pubblico e preservano la natura.
Gli zoo moderni sono responsabili della conservazione di molte specie. Consiglierei di approfondire le storie di successo del cavallo di Przewalski, del bisonte e dell’antilope addax. Esistono programmi per molte specie che fungono da riserva nel caso in cui una specie si estingua in natura.
Se perdiamo una specie, la perdiamo per sempre, e gli zoo combattono con successo questo fenomeno. Gli zoo moderni lavorano anche con bambini, studenti universitari e persino anziani. Sono strutture educative molto importanti, che aiutano le persone a interessarsi alla natura. Possono fungere da centri di raccolta fondi per organizzazioni e progetti di conservazione, o centri di soccorso per la fauna selvatica, prendendosi cura degli animali selvatici feriti o degli animali esotici confiscati.
L’argomento usato da chi odia gli zoo è che gli animali in cattività sono prigionieri, a prescindere da quanto siano curati e protetti. La verità è che gli animali in cattività di solito sono più longevi dei loro simili selvatici. In natura, un animale lotta per la propria vita ogni giorno. Nello zoo, alle giuste condizioni, l’animale vive senza stress. Non ci sono veterinari in natura. Gli animali dello zoo sono ambasciatori degli sforzi di conservazione.
È assolutamente legittimo criticare uno zoo. Persino quelli più evoluti hanno fatto cose sconcertanti, come sparare ad un animale davanti ai visitatori o dichiarare di voler uccidere animali non adatti alla riproduzione, che danneggiano la causa e non dovrebbero essere tollerate. La pressione pubblica ha portato a miglioramenti in alcuni paesi. Lo stesso deve essere fatto in Bulgaria. Incoraggio le persone a visitare gli zoo e a formarsi un’opinione.
L’Unione Europea non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto; la responsabilità sui contenuti è unicamente di OBCT.
*Pavel Vasilev è laureato in Ecologia e Protezione Ambientale a Zittau, in Germania. Attualmente sta completando il Master in Biodiversità Organismica e Molecolare presso l’Università Tecnica di Dresda. È specializzato nel management del patrimonio culturale e nelle pratiche di protezione della natura, con esperienza pratica presso diversi zoo e musei di storia naturale. Scrive anche articoli e realizza opere di fauna selvatica e paleoarte.