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Di ponti reali e simbolici in Moldova: da Eiffel al “Ponte di Fiori”

Pur essendo una terra attraversata da due grandi fiumi, il Prut e il Dniestr (o Nistru in rumeno), la Repubblica Moldova non è famosa per i suoi ponti, anche se ce ne sono almeno due dei quali vale la pena parlare, uno reale e uno simbolico, ovvero il Ponte Eiffel e il “Ponte di Fiori”.

Il ponte reale

Nel maggio del 1872 un agente diplomatico russo, Ivan Alekseevič Zinov’ev, e il Ministro degli Affari Esteri rumeno, Gheorghe Costaforu, si accordarono sulla costruzione di una linea ferroviaria che collegasse la città di Iași, pochi decenni prima capitale del Principato di Moldavia, e Ungheni, piccola città della Bessarabia russa. Nel giro di tre anni, la linea ferroviaria che collega Chișinău a Iași, passando per Cornești e Ungheni, era già in funzione. La fretta si dovette ai piani di guerra russi ai danni dell’Impero ottomano.

Nel 1877, le migliaia di truppe russe che raggiunsero gli alleati rumeni all’alba della guerra attraversarono il Ponte Eiffel. Nel 1876, infatti, una piena del fiume Prut danneggiò il ponte ferroviario che lo attraversava, al punto che il dipartimento ferroviario dovette pensare alla sua ricostruzione. Per essere sicuri della qualità del lavoro i russi invitarono Gustave Eiffel in persona a ricostruire il ponte (di Eiffel abbiamo parlato anche qui: La “Kukuška”, il treno Borjomi-Bakuriani in Georgia). Fu così che il 21 aprile 1877 a Ungheni venne inaugurato il Ponte Eiffel, tre giorni prima della dichiarazione di guerra russa all’Impero Ottomano. Nel 1882, a Iași, Gustave Eiffel realizzò anche il Grand Hotel Traian.

Ponte Eiffel e "Ponte di fiori"
Il Ponte Eiffel (Wikipedia)

Il ponte simbolico

Il “Ponte di Fiori” è invece il gesto simbolico compiuto per la prima volta da centinaia di migliaia di rumeni e moldavi il 6 maggio 1990: tra le 13 e le 19 di quel giorno, in otto punti frontalieri lungo il Prut venne autorizzato l’attraversamento senza che fosse richiesto il visto. I punti di attraversamento furono: Miorcani – Pererita; Stânca – Costești; Iași – Sculeni; Ungheni – Ponte di Ungheni (Eiffel); Albița – Leușeni; Fălciu – Țiganca; Oancea – Cahul; e Galați – Giurgiulești. Il gesto venne chiamato “Ponte di Fiori” perché i partecipanti all’iniziativa lanciarono migliaia di fiori nelle acque del Prut. Dopo quest’evento le operazioni di attraversamento del confine tra i due paesi vennero semplificate considerevolmente.

L’evento fu ripetuto nel 1991, 2015 e nel 2017, nelle ultime due occasioni con tinte unioniste più forti, ma anche con un numero di partecipanti molto inferiore (si parla di un migliaio di persone contro le centinaia di migliaia del primo “Ponte di Fiori”). Tuttavia, l’evento ebbe tanta eco nel mondo moldavo e rumeno da diventare oggetto del film di Thomas Ciulei, valsogli premi ai festival internazionali di Berlino e Parigi del 2008 (il film è disponibile su YouTube). Il documentario parla di uno dei temi cardine della Repubblica Moldova dall’indipendenza, la migrazione della popolazione in età da lavoro verso mete che possano garantire salari più remunerativi.

Il ponte europeo

Tra ponti reali e simbolici, il legame moldavo-rumeno resta stretto. Negli ultimi anni, la Romania si è prodigata per la Repubblica Moldova, lanciando un vero e proprio ponte europeo. In ultimo, nell’ottobre 2023, il senato della Romania ha disposto la creazione dell’Istituto per il Supporto dell’Integrazione della Repubblica Moldova nell’Unione Europea. Questo istituto darà supporto tecnico alle autorità moldave per facilitarne i lavori in vista dell’ingresso nell’Unione. 

Da giugno 2022, infatti, la Repubblica Moldova e l’Ucraina hanno ottenuto lo stato di candidato all’ingresso nell’Unione Europea. L’8 novembre scorso, la Commissione Europea ha suggerito agli Stati Membri dell’Unione di aprire le procedure di adesione, un percorso che, se confermato, richiederà tempo, sforzi e riforme prima che questi paesi diventino membri a tutti gli effetti dell’Unione.

Per approfondire sull’argomento dell’integrazione europea leggi qui.

È ironico notare quanto il metaforico “ponte rotto” sul Nistru (o Dniestr) non sia più condizione limitante per gli sforzi moldavi di ingresso nell’Unione. L’integrazione della Transnistria nella Repubblica Moldova sarà un risultato inevitabile se la Federazione Russa continuerà a diminuire il suo appoggio alla regione separatista. Rimane da capire se la Repubblica Moldova riuscirà a trasformare i propri partiti di sinistra (dal Partito dei Socialisti della Repubblica Moldova al quello dei Comunisti) in strumenti ideologici diversi ma comunque favorevoli al percorso di integrazione europea.


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Gian Marco Moisè
Gian Marco Moisè

Ricercatore e divulgatore scientifico, esperto in relazioni internazionali, scienze politiche e dell'area dello spazio post-sovietico con un dottorato conseguito alla Dublin City University. Oltre all’italiano parla inglese, francese, russo, e da qualche mese studia romeno.