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Pan Twardowski, specchi e superstizioni polacche

Luserat hoc speculo magicas Twardovius artes lusus at iste Dei versus in obseqviam est, ovvero “qui ci si specchiava il signor Twardowski, praticando magie, ma ora serve al nostro Signore”. Così recita l’incisione sulla cornice in legno dello specchio conservato oggi nella Basilica dell’Assunzione di Maria a Węgrów, a un’ora da Varsavia. Ma chi era Pan Twardowski e come mai aveva a che fare con uno specchio?

Pan Twardowski

Il signor, pan alla polacca, Twardowski fu uno dei maghi più famosi dell’intera Polonia. Come il Faust, strinse un patto con il diavolo in cambio di poteri soprannaturali. Membro della szlachta, la nobiltà polacca, cercò di incastrare il diavolo inserendo una clausola nel loro patto: quest’ultimo avrebbe potuto appropriarsi dell’anima di Twardowki solo a Roma, città che non aveva nessuna intenzione di visitare. Dopo svariati tentativi di accalappiare la sua anima, il diavolo attirò il mago in una locanda chiamata Rzym (in polacco “Roma”). Tuttavia, mentre il diavolo stava sopraggiungendo alla locanda, Pan Twardowski salì in groppa a un gallo e volò sulla Luna, dove si pensa risieda ancora oggi. L’unica compagnia dello stregone è il suo servo, trasformatosi in un ragno, che di tanto in tanto scende sulla Terra per raccogliere nuovi pettegolezzi.

Lo specchio magico

Grazie al suo patto con il diavolo, Twardowski ottenne in Polonia fama e popolarità come stregone: era in grado di far guarire o ringiovanire uomini e donne, e di trasformare ogni metallo in oro. Fece ricerche sulla pietra filosofale e, soprattutto, creò il Deserto di Błędów (Pustynia Błędowska), situato nei pressi di Cracovia. Twardowski diventò tanto celebre da essere accolto alla corte di Sigismondo II Augusto di Polonia, sovrano disperato dopo la perdita della sua amata moglie Barbara Radziwiłł.

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Con l’obiettivo di trovare conforto dal suo dolore, il re si era rifugiato nello studio della magia e dell’astrologia. Questo lo portò ad affidarsi a Pan Twardowski, che riuscì a far comparire lo spettro di Barbara grazie a uno specchio magico. Questo specchio venne creato da Twardowski nel XVI secolo fondendo leghe varie come argento, zinco e stagno. Sulla cornice in legno portava la famosa incisione citata qui sopra. Secondo la leggenda, in questo specchio si poteva vedere il futuro, fino a quando Napoleone non lo ruppe nel 1812 dopo aver visto che avrebbe perso la campagna di Russia. Se oggi si ritiene che rompere uno specchio porti sfortuna, deriva proprio da qui.

Lo specchio di Pan Twardowski nella Basilica dell’Assunzione di Maria,
a Węgrów.

La reale identità del mago

Poteri magici a parte, numerosi sono i dibattiti sul fatto che Pan Twardowski sia realmente esistito o meno. Nel 1935 il Dr. Jan Kuchta ha dedicato al famoso mago polacco la sua tesi di dottorato, intitolata Lo stregone di Cracovia del XVI Secolo. Il Signor Twardowski. Secondo Kuchta, il signor Twardowski sarebbe stato un nobile tedesco di nome Laurentius Dhur. Sarebbe nato a Norimberga e avrebbe studiato a Wittenburg prima di trasferirsi poi a Cracovia. Il suo nome sarebbe stato latinizzato in durus e tradotto poi in polacco twardy. Tuttavia, alcuni ritengono che questa leggenda sia stata ispirata dal matematico John Dee e dall’occultista Edward Kelley, che entrambi si trovavano a Cracovia in quegli anni.

L’eredità di Pan Twardowski

La figura di Pan Twardowski ha ispirato innumerevoli poeti, scrittori, musicisti e registi in Polonia, Ucraina, Russia e Germania lungo tutta la storia. Una delle opere letterarie più significative è la ballata umoristica uscita dalla penna di Adam Mickiewicz, che nel 1822 scrisse Pani Twardowska. In questa versione della leggenda, Twardowski accetta di cedere la sua anima a una sola condizione: che il diavolo passi un anno intero con sua moglie, la signora (in polacco: pani) Twardowska. Il diavolo preferisce però scappare via, e Pan Twardowski è salvo. L’adattamento cinematografico più recente, invece, risale al 2015 Legendy Polskie. TWARDOWSKI per la regia di Tomasz Bagiński, seguito da Legendy Polskie. TWARDOWSKI 2.0 nel 2016. Questi due cortometraggi di fantascienza sono disponibili su YouTube ai link indicati.

Dipinto anonimo risalente al XIX sec. Pan Twardowski evoca lo spettro della moglie di Sigismondo II Augusto di Polonia

Altre superstizioni polacche: nani e pierogi

Quella legata allo specchio non è la sola superstizione in Polonia, luogo estremamente superstizioso. Ad esempio, se vi trovate qui e non riuscite più trovare qualcosa che avete perso, non c’è problema: basterà affidarsi ai nani. No, la Polonia non si trova nella Terra di Mezzo. Secondo una credenza polacca, in caso smarriate un oggetto, sarà sufficiente chiudere la porta della stanza in cui è avvenuto il misfatto, e dire ad alta voce rivolgendosi ai nani (che sono lì dentro, semplicemente non potete vederli): “gioca e metti via”. Et voilà: il vostro oggetto smarrito farà la sua ricomparsa.

Secondo un’altra credenza, è molto importante non sedersi mentre si cuoce la torta in forno o si “siederà” anche lei, appiattendosi nella tortiera. In caso stiate cuocendo dei pierogi, invece, non contateli, altrimenti metà di loro finirà sul fondo della pentola e si apriranno disperdendo il ripieno. Sebbene suoni assurdo, questa credenza ha un fondo di saggezza: durante la cottura dei pierogi capita spesso che almeno un paio di rompa. Evitare quindi di sapere quanti pierogi ci fossero all’inizio risparmia dalla delusione di sapere con certezza quanti di loro abbiano perso il loro ripieno rispetto a quanto speravamo.

Numerologia

A proposito di numeri: evitate come la peste il 13 e il 7, quest’ultimo ritenuto un numero sfortunatissimo per via della sua forma, ovvero una falce rovesciata che ricorda la Morte. Meglio preferire i numeri fortunati, come il 102. Non si conosce l’esatto motivo per cui il 102 sia una cifra fortunata, ma tanto si ritiene che possa portare fortuna che lo si trova sia in amuleti e ciondoli, che all’interno di frasi: “Będzie impreza na sto dwa!” (Sarà una festa 102).

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Laura Cogo
Laura Cogo

Laureata in Lingue e letterature straniere a Milano con le tesi “Immagini gastronomiche nelle Anime Morte di N. V. Gogol’” e “Le dimensioni dell’individualismo e del collettivismo nella quotidianità in Russia e in Italia”, Laura Cogo è attualmente docente di lingua e letteratura. Collabora con Russia in Translation e Ilnevosomostro.