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La letteratura di Odessa sbarca a Bucarest

Con l’invasione russa dell’Ucraina, il Festival Internazionale della Letteratura di Odessa è diventato itinerante. Lo scorso anno si è tenuto a Batumi, in Georgia, mentre quest’anno si svolgerà all’istituto Goethe di Bucarest dal 22 al 25 febbraio, come racconta Oana Dumbrava a Osservatorio Balcani e Caucaso.

Può essere difficile immaginare scene di quotidianità e normalità in mezzo a bombardamenti, insicurezza, povertà e terrore. Ma tuttavia, la vita va avanti, continua e si reinventa anche durante i periodi di conflitto. L’umanità è resiliente e infinitamente creativa nel trovare soluzioni sia per il bene che per il male.

Il Festival della Letteratura di Odessa, che ha avuto inizio nel 2015 grazie ai fondatori Ulrich Schreiber (Germania) e Hans Ruprecht (Svizzera), si è tenuto lo scorso anno a Batumi, in Georgia, mentre quest’anno si svolgerà all’istituto Goethe di Bucarest. Da quando è iniziata la guerra in Ucraina il Festival di Odessa è diventato itinerante.

Per quattro giorni di fila si parlerà inglese, ucraino e romeno affrontando temi quali il futuro dell’Europa, i rapporti tra i paesi della regione del Mar Nero, la libertà e il potere della parola scritta. Quando la parola diventa forza, emozione, energia, consapevolezza, propaganda.

Sarà lo scrittore romeno Radu Vancu, esegeta, traduttore e professore presso l’Università Lucian Blaga di Sibiu, a tenere il discorso di apertura del festival. In una conferenza stampa, Radu Vancu ha detto con calore e fermezza:

L’Europa che dobbiamo costruire attraverso le nostre parole è un’Europa in cui esse non vengono usate per generare morte o ideologie di sterminio – ma un’Europa in cui le parole sono testimoni contro la barbarie. In cui le parole testimoniano che le persone possono essere uccise, ma non distrutte. In cui lavorano al servizio dell’umanità, non delle ideologie. Perché ora lo sappiamo: dove le parole falliscono, la storia fallisce. E torna a essere orrore. Dobbiamo costruire un’Europa in cui le parole non tradiscano l’uomo. Non di nuovo. Altrimenti, tutto ciò che la letteratura ha sempre significato, tutto ciò che l’arte ha sempre significato, è stato semplicemente una menzogna. L’unica Europa che non è una civiltà morta è questa: un’Europa in cui le parole non tradiscono l’uomo.

Nella ricca agenda di eventi del festival figurano invitati come gli autori ucraini Iya Kiva, Vasyl’ Machno e Jurij Vynnyčuk, personaggio emblematico della letteratura ucraina e critico instancabile del sistema politico.

Tra gli autori romeni: la poetessa Nora Iuga, Dan Sociu, Nichita Danilov e Radu Vancu. Il pubblico avrà l’occasione di incontrare anche il famoso Philip Sands dalla Gran Bretagna, Olivier Guez dalla Francia, Daniel Kehlmann e Norman Ohler dalla Germania, Karl-Markus Gauss dall’Austria, Ariane von Graffenried e Jonas Lüscher dalla Svizzera. Ilaria Gasperi dall’Italia presenterà i suoi podcast letterari Chez Proust e Bachmann.

Particolarmente interessante la sezione Storie dal Mar Nero, dove cinque scrittori si riuniranno per uno scambio di opinioni sulla regionalità, identità e possibilità di un linguaggio comune nel contesto delle attuali crisi della letteratura: Lavinia Braniște (Romania), Eka Kevanishvili (Georgia), Anush Kocharyan (Armenia), Halyna Kruk (Ucraina) e Ina Vulčanova (Bulgaria).

Notevole anche l’incontro Il Pianeta Populista, voci di un mondo in turbamento / Populist Planet – Voices of a World in Turmoil con lo scrittore e saggista svizzero Jonas Luscher, moderato da Joachim Umlauf, direttore del Goethe-Institut di Bucarest. Che cosa accomuna i populisti di tutto il mondo? Che tipo di mondo e di società promettono i populisti? Queste sono alcune delle domande che cercheranno risposta nell’incontro con Jonas Luscher.

Non mancherà il cinema con la proiezione del film romeno Cuori cicatrizzati (2016), diretto e scritto da Radu Jude e del documentario Photophobia (2023), scritto e diretto da Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarcík; coproduzione tra Slovacchia, Repubblica Ceca e Ucraina, girato in Ucraina durante l’invasione russa e successivamente selezionato come candidato slovacco per il miglior lungometraggio internazionale alla 96ª edizione degli Academy Awards.

Alla letteratura ucraina sarà dedicata una giornata del festival, lunedì 24 febbraio, in occasione dell’anniversario dello scoppio della guerra. Un momento poetico molto speciale dedicato agli autori Viktoria Amelina, Volodymyr Vakulenko e Maksym Kryvcov, uccisi durante i conflitti.

Amelina era una scrittrice diventata ricercatrice sui crimini di guerra dopo l’inizio dell’invasione su larga scala. In questo ruolo, ha sensibilizzato l’opinione pubblica internazionale sulla morte di Vakulenko, un celebre scrittore di letteratura per l’infanzia, rapito nella primavera del 2022 dalle forze russe che occupavano il suo villaggio nell’oblast’di Charkiv. Il corpo di Vakulenko è stato identificato il 28 novembre 2022, dopo essere stato trovato in una fossa comune in una foresta vicino a Izjum. Aveva 49 anni quando è stato ucciso. Kryvcov invece era un poeta e un personaggio pubblico che avrebbe compiuto 34 anni il 22 gennaio, ma è stato ucciso il 7 gennaio mentre combatteva al fronte.

All’evento dell’ultima serata parteciperanno, online e di persona, nomi importanti della letteratura internazionale come Vasyl’ Machno, Svitlana Bondar, Jurij Vynnyčuk (Ucraina), Marie Iljašenko (Repubblica Ceca), Jan Konnefke (Germania/Romania, online), Halyna Kruk (Ucraina, online), Daniel Kehlmann (Germania, online), Héctor Abad Faciolince (Colombia, online), Nichita Danilov, Dan Sociu (Romania).

L’anniversario della guerra in Ucraina non è affatto da celebrare, ma la lotta per la pace, per la libertà di parola e di pensiero lo è sicuramente. Il Festival Internazionale della Letteratura di Odessa, che continua a svolgersi, anche se itinerante, rappresenta una piccola, ma importante vittoria.
Il programma completo del festival internazionale della letteratura di Odessa è disponibile sul sito ufficiale.
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Redazione
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