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L’inno di Majdan e la musica della Rivoluzione della Dignità

“I guerrieri della luce” (Vojny sveta) è un inno struggente. Parla di tutti: delle piccole e delle grandi persone della rivoluzione, di unità, di società civile, di come il cretinismo collettivo, che nella maggior parte dei casi vince in presenza di paura, aggressività, o altro, sia improvvisamente rinato in una forza creativa collettiva. Si è trasformato in una forza impressionante, che ha semplicemente portato distruzione… Per me Majdan è sempre stato Davide. È sempre stato piccolo. Mentre il sistema era Golia. […] Ma qui si è scoperto che il piccolo Davide è cresciuto, ha mostrato un potere tale da schiacciare Golia.

Siarhei Michalok, musicista e attore bielorusso, ex frontman delle band Lyapis Trubetskoy e Brutto e ora leader del gruppo Drezden, in un’intervista del 2015 condotta dal giornalista bielorusso Pavel Šaramet (assassinato a Kyiv nel 2016) per Ukrains’ka Pravda, rivela che non si sarebbe mai aspettato che Vojny sveta, canzone composta su una spiaggia della Repubblica Dominicana ben prima dell’inizio della Rivoluzione della Dignità, diventasse l’inno di Majdan non ufficiale.

Il video musicale ufficiale, diretto da Aleksej Terechov (disponibile in alta definizione qui), è uscito solo il 4 marzo 2014. Tuttavia, in rete è un altro il clip, non ufficiale e creato da alcuni fan, che viene visto e rivisto e che raccoglie le immagini delle proteste di Majdan. Eccolo qui:

Nell’estate del 2022, Siarhei Michalok e i Lyapis Trubetskoy si sono riuniti a Tallinn, in Estonia, per girare il video di una nuova versione acustica e in lingua ucraina dell’iconica canzone Vojny sveta, il cui testo è stato tradotto dall’originale russo dal poeta, attivista e volontario ucraino Serhij Žadan.

L’inno di Majdan e la musica della rivoluzione

Vojny sveta viene considerato da molti l’inno di Majdan nonostante sia stato composto precedentemente. Il testo celebra lo spirito indomito di coloro che lottano per la bontà e la luce nel mondo, sottolineando la necessità di perseverare e trovare la gioia nel mezzo delle sfide. Altre canzoni, tuttavia, hanno fatto la storia della musica della rivoluzione.

Vstavaj (alzati) – Okean Elzy

È la canzone-simbolo di due rivoluzioni: la Rivoluzione Arancione e la Rivoluzione della Dignità. Il concerto della famosa band di Svjatoslav Vakarčuk, che ha raccolto un pubblico di oltre 200mila persone davanti al palco di Majdan, è diventato una pietra miliare per la musica della rivoluzione.

Brat za brata (fratello per fratello) – Kozak System

Il testo è stato scritto da Saško Položyns’kyj, leader della band ucraina Tartak. Il gruppo Kozak System ha poi registrato una canzone collettiva con noti interpreti e personaggi pubblici nel cui video musicale compaiono anche alcuni immagini da Majdan.

Podaj Rękę Ukrainie (dai una mano all’Ucraina) – Taraka

I polacchi non sono rimasti indifferenti agli eventi in Ucraina. Il collettivo Taraka ha composto il brano Podaj Rękę Ukrainie e lo ha eseguito sul palco di Majdan proprio nei giorni della rivoluzione.

Tam, de ty teper (Là, dove sei adesso) – TNMK

Anche Fagot e Fozzi, membri del gruppo hip-hop TNMK (Tango na majdani Kongo) hanno espresso la loro posizione civica e il loro atteggiamento nei confronti di tutte quelle persone che hanno dato la vita per un futuro migliore dell’Ucraina.

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Claudia Bettiol
Claudia Bettiol

Traduttrice e redattrice, la sua passione per l’est è nata ad Astrachan’, alle foci del Volga, grazie all’anno di scambio con Intercultura. Gli studi di slavistica all’Università di Udine e di Tartu l’hanno poi spinta ad approfondire le realtà oltrecortina, in particolare quella russa e quella ucraina. Vive a Kyiv dal 2017, collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso, MicroMega e Valigia Blu. Nel 2022 ha tradotto dall’ucraino il reportage “Mosaico Ucraino” di Olesja Jaremčuk, edito da Bottega Errante.