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Elezioni in Albania 2025: Rama verso l’ennesima vittoria

Domenica 11 maggio si svolgeranno le elezioni in Albania 2025, con i cittadini chiamati a rinnovare i 140 seggi del Kuvendi, il parlamento monocamerale albanese. Il voto non dovrebbe riservare sorprese, con la preannunciata vittoria dell’attuale primo ministro Edi Rama, ormai inquilino stabile del Kryeministria (la residenza ufficiale del premier). Dal 1991, anno delle prime elezioni multipartitiche, solo due formazioni si sono contese la guida del governo: il Partito Socialista, al potere dal 2013, e il Partito Democratico, formazione di centrodestra. Ma mentre alle elezioni del 2021 furono solo quattro i partiti a entrare in parlamento, in questa occasione dovrebbero essere almeno sette.

Per la prima volta potrà votare per corrispondenza anche la diaspora. Gli elettori registrati e autorizzati a votare dall’estero sono stati ben 245mila, la maggior parte residenti in Italia e Grecia, sintomo di una forte voglia di partecipare, anche dall’estero, alle sorti del proprio paese.

Una partecipazione che non sembra particolarmente sentita invece dai cittadini in patria, visto il costante calo dell’affluenza, passata in trent’anni dal 99% del 1991 al 46,3% del 2021.

Il Kuvendi, il parlamento monocamerale albanese (Wikipedia Commons)

I partiti in corsa…

La Commissione elettorale albanese ha ammesso alle urne ben 53 partiti. A sfidare il Partito Socialista, di ispirazione socialdemocratica ma con solide amicizie internazionali anche a destra (vedi Giorgia Meloni), il già citato Partito Democratico in alleanza con una decina di altre forze minori. Piuttosto evocativo il nome della coalizione: “Alleanza per una Grande Albania”. Un nome che in altri periodi storici avrebbe provocato gravi tensioni geopolitiche con i vicini.

Sempre dello schieramento di centrodestra fa parte il giovane movimento “L’Albania diventa”, particolarmente attento alla diaspora, che include anche il gruppo Thurje (Hashtag) protagonista nel 2018 di un ciclo di proteste studentesche. Completa lo schieramento il Partito Mundesia (Partito delle Opportunità) nato meno di un anno fa e di ispirazione neoliberista ed europeista.

Rischiano seriamente di rimanere fuori dal prossimo parlamento i Democratici Euroatlantici, coalizione fondata da Lulzim Basha, già capo del Partito Democratico per un decennio.

A sinistra invece, la sfida ai socialisti è condotta da Lëvizja Bashkë (Movimento Insieme), con un programma attento alla giustizia sociale, alla difesa dei diritti dei lavoratori e alla tutela dell’ambiente.

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…e i loro leader

Il principale rappresentante dell’opposizione a Rama è l’immortale Sali Berisha, a capo del Partito Democratico. Non solo per l’età (80 anni) ma anche per la sua costante presenza nella politica albanese. È stato il primo leader non comunista ricoprendo nel 1992 la carica di Presidente della Repubblica fino al 1997.

Il suo nome è ancora oggi accostato alla grave crisi economica di quegli anni causata da massicce privatizzazioni e dai cosiddetti schemi piramidali, una truffa legalizzata che lasciò sul lastrico centinaia di migliaia di albanesi costringendoli ad abbandonare il paese.

Nonostante ciò è rimasto in sella riuscendo a farsi eleggere primo ministro nel 2005 e restando al potere fino al 2013, ottenendo nel 2009 l’adesione del paese alla Nato. Nel 2021 però, gli Stati Uniti lo hanno dichiarato “persona non grata” a causa del suo coinvolgimento in casi di corruzione e appropriazione indebita di denaro pubblico.

Sali Berisha, leader del Partito Democratico (Wikipedia Commons)

Tra i volti in ascesa vanno invece segnalati Adriatik Lapaj (Albania Diventa), avvocato che può contare sul più alto gradimento (oltre il 40%) tra i politici albanesi, e Agron Shehaj (Partito delle Opportunità), arrivato in Italia negli anni Novanta e fondatore di un archivio digitale sulle vittime del comunismo nonché ex membro del Partito Democratico.

Infine Arlind Qori (Movimento Insieme), professore di Scienze politiche a Tirana, giornalista, membro attivo delle proteste a sostegno dei lavoratori in sciopero nel settore minerario e petrolifero e attivista dei movimenti studenteschi degli ultimi anni.

Edi Rama: protagonista indiscusso

Il protagonista indiscusso di queste elezioni in Albania, e della politica albanese dell’ultimo decennio, resta però Edi Rama, primo ministro uscente e con alle spalle una lunga carriera: ministro della Cultura tra il 1998 e il 2000, sindaco di Tirana dal 2000 al 2011 e ministro per l’Europa e gli Affari Esteri tra il 2019 e il 2020.

Rama non è però solo un politico navigato ma è anche un apprezzato artista. Grazie a lui il paese si è avvicinato all’Unione Europea, ottenendo lo scorso ottobre l’apertura dei negoziati per l’adesione sul gruppo di capitoli relativo alle questioni fondamentali. Nei suoi anni al governo ha provato a dare un respiro internazionale al paese grazie anche alle sue amicizie personali con molti leader, puntando molto sul turismo e sugli investimenti stranieri in tutti i settori della società. È accusato dall’opposizione di essere un accentratore e di aver creato un sistema clientelare e ben poco trasparente.

Edi Rama, primo ministro albanese (Wikipedia Commons)

I sondaggi delle elezioni in Albania 2025

Come spesso accade, i sondaggi variano anche notevolmente in base al committente e alla vicinanza ideologica dei giornali che li pubblicano. Le ultime rilevazioni danno il Partito Socialista tra il 46% e 48%, perfettamente in linea con il risultato ottenuto quattro anni fa (48% e 74 seggi). Al secondo posto la coalizione del Partito Democratico-Alleanza per una Grande Albania data intorno al 33-35%, un risultato che, se confermato, sarebbe comunque inferiore al 39% del 2021. Intorno al 7% è registrato invece Albania Diventa, seguito a ruota dal Partito delle Opportunità (5-6%). Dovrebbe superare lo sbarramento dell’1% anche Lëvizja, la prima forza di sinistra a entrare in parlamento dalla fine del comunismo.

La legge elettorale prevede una suddivisione dei seggi su base demografica dei dodici distretti. Particolarmente “pesante” quello della capitale di Tirana che da solo elegge ben 37 deputati e che i sondaggi danno ampiamente nelle mani dei socialisti.


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Marco Siragusa
Marco Siragusa

Dottore di ricerca in Studi internazionali e giornalista, ha collaborato con diverse testate tra cui East Journal e Nena News Agency occupandosi di attualità nell’area balcanica. Coautore dei libri “Capire i Balcani Occidentali” e “Capire la Rotta Balcanica”, editi da Bottega Errante Editore. Vice-presidente di Meridiano 13 APS.