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L’alluvione dello zoo di Tbilisi nel 2015

La sera del 13 giugno 2015 nelle regioni sudorientali della Georgia iniziò a piovere intensamente. Sembrava il tipico breve acquazzone di fine primavera, ma la precipitazione proseguì, senza perdere forza, per tutta la notte. Tra le aree colpite c’era anche la capitale del paese, le cui strade si trasformarono rapidamente in veri e propri torrenti: erano i prodromi dell’alluvione dello zoo di Tbilisi.

Nelle prime ore del mattino del 14 giugno la pioggia causò una frana vicino al villaggio di Akhaldaba, a venti chilometri dalla città, che trascinò circa un milione di metri cubi di materiale nel letto ingrossato del fiume Vere.

Questo corso d’acqua si congiunge al Kura (mtkvari in Georgiano) nel centro di Tbilisi. Negli anni, la sezione del corso del Vere all’interno della capitale è stata canalizzata per far spazio a strade ed edifici e coperta per attraversare la piazza degli Eroi, un grande nodo veicolare nel centro della città, dove sorge lo zoo.

Il fiume Kura a Tbilisi. Nel centro dell’immagine si vede la confluenza con il Vere, sovrastata da cavalcavia ed edifici (Meridiano 13/Aleksej Tilman)

Si tratta di una combinazione di elementi catastrofica che ben conosciamo anche in Italia. La massa di detriti portati dal fiume bloccò il corso del Vere all’inizio di uno dei canali e all’imboccatura del tunnel sotto la piazza degli Eroi. Il risultato fu un alluvione che causò la morte di almeno 20 persone, lasciandone più di 200 senza casa e facendo danni ingenti in tutta Tbilisi.

Animali per strada

La tragedia ricevette una grande copertura sulla stampa internazionale. È triste constatarlo: a portare l’alluvione agli onori delle cronache non fu la perdita di vite umane, ma il fatto che colpì lo zoo.

Come detto, il parco zoologico si trova sulla piazza degli Eroi, schiacciato tra due grandi arterie viarie e nei pressi dell’imboccatura del tunnel dove il Vere scorre sotto il piano stradale. Ciò significa che il personale dello zoo e gli animali furono investiti in pieno dall’alluvione.

Tre lavoratori e circa 230 animali morirono in quei frangenti o nei giorni successivi. Tra gli altri, un ippopotamo, orsi, lupi, grandi felini (inclusa una tigre) e iene sopravvissuti all’alluvione fuggirono.

Le foto delle bestie esotiche in giro per la città divennero l’icona degli eventi di quei giorni.

Nel frattempo, un pinguino seguì la corrente dal Vere nel Kura e nuotò per più di cinquanta chilometri fino al confine con l’Azerbaigian dove venne trovato (e portato in salvo) giorni più tardi. Le autorità dislocarono una pattuglia di polizia per catturare o uccidere gli animali fuggitivi e invitarono i cittadini, tra i quali chi scrive, a rimanere in casa.

Purtroppo la caccia causò un’altra tragedia, quando la tigre fuggitiva ferì a morte un uomo il 17 giugno.

Le conseguenze dell’alluvione dello zoo di Tbilisi

Tra i risvolti positivi dell’alluvione, ci fu la risposta delle persone che corsero ad aiutare la zona colpita, mentre le lezioni all’Università di Tbilisi vennero sospese in quanto centinaia di studenti erano nelle fila dei soccorritori. Il disastro aprì anche un dibattito sul fatto che il fiume Vere, non nuovo ad alluvioni, era stato canalizzato senza pensare alle conseguenze e alla necessità di spostare lo zoo in un’area più sicura e tranquilla (il trasferimento era peraltro nei piani dal 2012).

Volontari puliscono l’area dello zoo di Tbilisi dopo l’alluvione (Zviad Avaliani)

Con uno schema che ben conosciamo in Italia, le buone intenzioni nel breve termine non portarono a molto. Nell’ultimo decennio lo sviluppo edilizio di Tbilisi è proseguito con tempistiche impressionanti. Pare improbabile che le autorità abbiano regolamentato quello che è uno dei settori chiave della traballante economia georgiana.

Lo zoo riaprì tre mesi dopo l’alluvione con piani non molto precisi su come prevenire disastri simili. Nel 2022, nel parco Mziuri di Tbilisi, poco lontano dallo zoo, venne inaugurata una statua dell’ippopotamo Begi, le cui fotografie per le strade della città dopo l’alluvione avevano fatto il giro del mondo fornendo un aiuto decisivo nella raccolta fondi per la ricostruzione.

Nello zoo di Tbilisi si svolge una scena drammatica del romanzo L’ottava vita di Nino Haratischwili, autrice che avevamo intervistato nel 2023.

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Aleksej Tilman
Aleksej Tilman

Nato a Milano, attualmente abita a Vienna, dopo aver vissuto ad Astana, Bruxelles e Tbilisi, lavorando per l’Osce e il Parlamento Europeo. Ha risieduto due anni nella capitale della Georgia, specializzandosi sulle dinamiche politiche e sociali dell’area caucasica all’Università Ivane Javakhishvili. Oltre che per Meridiano 13, scrive e ha scritto della regione per Valigia Blu, New Eastern Europe, East Journal e altre testate.