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Elezioni in Albania 2025: un plebiscito per Edi Rama

I sondaggi avevano ampiamente previsto la vittoria di Edi Rama alle elezioni in Albania 2025. Una vittoria scontata ma comunque sorprendente per la sua portata. Secondo le schede finora conteggiate (74%), il Partito Socialista, al potere ininterrottamente dal 2013, dovrebbe ottenere ben 82 seggi sui 140 disponibili. Oltre il 52% degli elettori ha infatti premiato la continuità di governo, bocciando sonoramente l’opposizione guidata dal Partito Democratico di Sali Berisha, fermo a 52 seggi.

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Elezioni in Albania 2025: un po’ di numeri

Oltre al netto risultato ottenuto dal PS, che dopo dodici anni conferma gli stessi seggi della prima storica vittoria targata Rama, l’altro dato da tenere in considerazione è la scarsa affluenza. In realtà non una novità per il paese delle aquile.

Secondo i dati della Commissione Elettorale, dei 3,7 milioni di votanti ufficialmente iscritti nelle liste circa 2 milioni sono quelli effettivamente residenti nel paese. Di questi, circa 1,4 milioni hanno espresso il proprio voto, alzando quindi l’affluenza ben oltre il 42,2% registrato ufficialmente. A questi vanno aggiunti i 180mila voti (su 245mila registrati) della diaspora che per la prima volta ha potuto partecipare alla consultazione. Anche in questo caso, a ottenere il numero più alto di voti è stato il Partito Socialista.

Bastava fare un giro per Tirana domenica 11 maggio, giorno del voto, per capire che le elezioni non fossero una battaglia all’ultimo voto. Praticamente assenti i cartelloni elettorali, pochi anche i “santini” dei candidati o dei partiti per strada.

Uno dei pochi cartelli elettorali per le elezioni in Albania 2025 (Meridiano 13/Marco Siragusa)

Altro elemento da sottolineare è l’allargamento della partecipazione al prossimo Kuvendi (il parlamento monocamerale albanese). Fanno il loro esordio infatti tre nuovi partiti: i centristi di Mundësia (Opportunità) e della coalizione Nisma Shqipëria Bëhet (L’Albania diventa) e la sinistra di Lëvizja Bashkë (Movimento Insieme). Tutti con un seggio a testa. Completa il quadro il Partito Socialdemocratico con 3 seggi.

Infine, il politico più votato è stato l’attuale ministro dell’Economia, della Cultura e dell’Innovazione Blendi Gonxha, già protagonista di una forte modernizzazione nel campo della digitalizzazione, degli investimenti infrastrutturali e della riqualificazione di alcune aree urbane della capitale Tirana.

Un nuovo quartiere in costruzione a Tirana (Meridiano 13/Marco Siragusa)

Edi Rama: il più longevo leader dopo Xoxha

Con questa vittoria Edi Rama diventa il capo che più a lungo ha governato l’Albania, secondo solo a Enver Hoxha, simbolo del comunismo albanese al potere dal 1944 al 1985. Presentatosi come un innovatore capace di scardinare le clientele e un sistema corruttivo in grado di fagocitare il denaro pubblico, Rama si è dovuto scontrare con una realtà ben più complessa riuscendo, da parte sua, a creare un contropotere altrettanto funzionante quanto opaco.

Da più parti gli viene però riconosciuta anche una particolare attenzione al mondo della cultura, e il risultato del suo ministro ne è forse una dimostrazione, così come la capacità di far uscire il paese dall’isolamento internazionale e costruire una nuova narrazione. Anche a costo di mostrarsi fin troppo accondiscendente verso le richieste provenienti dall’esterno, sia sul piano economico, con una particolare attenzione nell’attrarre investimenti esteri, sia sul piano politico-diplomatico, come il recente accordo sui migranti con l’Italia, nella speranza di ottenere un più forte sostegno al percorso di adesione europea.

È proprio su questo punto che Rama ha giocato gran parte della sua campagna elettorale: l’adesione, promessa entro il 2030, all’Unione Europea presentata come la tappa conclusiva di un processo di modernizzazione che sicuramente c’è stato, basti guardare ai risultati macroeconomici fatti registrare negli ultimi anni, ma che lascia aperte non poche contraddizioni, soprattutto sul tema centrale della distribuzione della ricchezza e del sostegno alle fasce più povere.

elezioni in Albania 2025
Edi Rama con un giovane fan il giorno prima del voto (Meridiano 13/Marco Siragusa)

L’incapacità dell’opposizione

Sul piano interno, l’opposizione continua a non proporre nessuna alternativa concreta, arroccata ancora in vecchi schemi e vecchi protagonisti. Basti pensare che il suo leader, Sali Berisha, si è candidato nuovamente all’età di 80 anni dopo aver già portato il paese al disastro tra gli anni Novanta e il primo decennio dei Duemila. Proprio Berisha ha giocato un ruolo di garanzia per Rama: fino a quando è lui a rappresentare l’opposizione, l’attuale primo ministro può infatti dormire sonni tranquilli. Non è un caso quindi che nuovi partiti siano riusciti a ottenere un consenso non certo esaltante ma comunque sufficiente per entrare in Parlamento.

Le prospettive

Secondo gli addetti ai lavori, la strategia di Rama per il futuro non dovrebbe discostarsi molto da quella messa in campo fino a ora. Continuerà a circondarsi di fedelissimi, spostandoli magari di ruolo senza però cambiare la sostanza. Così come difficilmente cambierà il suo atteggiamento verso la stampa e i media, più volte sbeffeggiati senza mezze misure come se fosse impensabile disturbare il manovratore.

Sul piano delle riforme, continuerà a rispettare e applicare quanto richiesto dall’Europa evitando di scontentare gli alleati in vista dell’obiettivo del 2030. Per le opposizioni, specialmente per il PD, si apre invece un necessario periodo di riflessione cui deve far seguito un cambio di leadership e un forte rinnovamento interno. Pena l’irrilevanza, per almeno i prossimi cinque anni.

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Marco Siragusa
Marco Siragusa

Dottore di ricerca in Studi internazionali e giornalista, ha collaborato con diverse testate tra cui East Journal e Nena News Agency occupandosi di attualità nell’area balcanica. Coautore dei libri “Capire i Balcani Occidentali” e “Capire la Rotta Balcanica”, editi da Bottega Errante Editore. Vice-presidente di Meridiano 13 APS.