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Sfida aperta per il parlamento della Moldova: si vota domenica 28 settembre

Domenica 28 settembre si vota per il rinnovo del parlamento della Moldova. Da Chișinău, ne ha scritto Gian Marco Moisé per Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.

Il prossimo 28 settembre in Repubblica Moldova si terranno le elezioni politiche per scegliere i 101 deputati al parlamento. L’accesso è subordinato al raggiungimento della soglia del 5% per i partiti politici, 7% per le coalizioni elettorali e 2% per i candidati indipendenti. Il rischio più grande resta quello di brogli elettorali, come quelli scoperti al voto referendario del 2024.

La Moldova ha una forma di governo parlamentare e, sebbene gli elettori scelgano direttamente il capo di Stato, quest’ultimo ha poco potere esecutivo. Nei mesi tra il 2020 e le elezioni del 2021, ciò non ha impedito alla presidente, Maia Sandu, di forzare le proprie prerogative di nomina del primo ministro fino a condurre il paese a elezioni anticipate. Ma stavolta, questa strategia non sarà ripetibile in caso di sconfitta del suo Partito d’Azione e Solidarietà (PAS).

I concorrenti

Su un totale di 32 domande presentate, sono stati registrati 23 concorrenti elettorali: 15 partiti politici, quattro coalizioni elettorali e quattro candidati indipendenti. Come discusso in precedenza, la coalizione elettorale più vicina all’oligarca Ilan Șor, “Vittoria”, non è stata ammessa alla competizione elettorale. Però Victoria Furtună, la candidata sostenuta da Șor alle scorse elezioni presidenziali, competerà col suo Partito “la Grande Moldova”.

Guidato da Igor Grosu, parteciperà anche PAS, il progetto politico di Maia Sandu e del primo ministro Dorin Recean. Il PAS si presenta da solo a queste elezioni e, se nel 2021 ottenne la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari (62 su 101), ora il percorso è in salita. Gli ultimi sondaggi suggeriscono che il partito raccoglierà circa il 34,7% delle preferenze elettorali (sempre secondo iData in agosto la percentuale era del 36,1%).

Il suo principale avversario, la coalizione “Patriottica” di Socialisti, Comunisti, Cuore e Futuro della Moldova, conta al suo interno due ex presidenti, Igor Dodon e Vladimir Voronin, oltre che l’ex governatrice della Gagauzia, Irina Vlah (Cuore della Moldova) e l’ex primo ministro Vasile Tarlev (Futuro della Moldova). Secondo gli ultimi sondaggi questa coalizione pro-russa moderata otterrà la maggioranza relativa con il 36% delle preferenze (il sondaggio di agosto li attestava al 27,5%).

Al terzo posto potrebbe collocarsi il Nostro Partito dell’ex sindaco di Bălți Renato Usatîi, dato all’8,4%. Al quarto e ultimo posto, invece, potrebbe collocarsi la coalizione elettorale “Alternativa”, col 7,9%, che racchiude al suo interno il partito guidato dal sindaco di Chișinău, Ion Ceban (Movimento alternativo nazionale), quello dell’ex avversario di Maia Sandu Alexandr Stoianoglo (Partito Azione Comune – Congresso Civico), e quello dell’ex primo ministro Ion Chicu (Partito per lo Sviluppo e Consolidamento della Moldova).

Anche se questi ultimi si dichiarano coalizione pro-europea, tutti i leader hanno avuto legami con Dodon. Ceban è un ex membro del Partito dei Socialisti della Repubblica Moldova, Chicu è stato primo ministro col loro supporto, e Stoianoglo è stato il candidato presidente scelto da Dodon alle elezioni del novembre 2024. Quindi, per quanto la coalizione elettorale di Dodon e quella di Ceban dichiarino obiettivi politici diversi, queste due forze hanno più in comune tra di loro che con il PAS.

Anche se non si sa come si comporterà Usatîi, se le cifre saranno veritiere, è possibile che a ottobre il PAS non sarà più al governo. Visti i precedenti di Sandu, è poco probabile che il nuovo governo sia a guida Dodon-Ceban, ma un nuovo governo Recean avrebbe una maggioranza relativa (±40 seggi) che lo costringerebbe a cercare il supporto di Usatîi (±10 seggi), o il sostegno esterno su specifici progetti di legge.

In caso di ripetuti fallimenti del PAS, non è nemmeno da escludere che Sandu possa accettare primi ministri tecnici sostenuti da una coalizione di governo tra “Coalizione Patriottica” (±35 seggi) e “Alternativa” (±10 seggi). Questo non significa che la Moldova arresterà automaticamente qualsiasi procedura di adesione all’Unione Europea, ma è probabile che un governo “Coalizione Patriottica” – “Alternativa” cercherebbe di riaprire il dialogo con il Cremlino pur tenendo aperte le trattative di adesione all’Ue. D’altra parte, quest’ambigua politica estera che ha caratterizzato la Moldova prima del febbraio 2022 troverebbe il supporto dell’Ungheria.

parlamento della Moldova
Sondaggio d’opinione per le elezioni parlamentari moldave 2025
(WikimediaCommons)

Il voto della diaspora

I cittadini potranno votare in 2.274 seggi elettorali: 1.973 sul territorio della Repubblica Moldova, di cui 12 per i residenti della Transnistria, e 301 all’estero. 313 seggi, invece, saranno aperti nella circoscrizione elettorale di Chișinău, comprese le periferie.

Di quelli all’estero, la maggioranza assoluta sarà in Europa (75 in Italia, 36 in Germania, 26 in Francia, 24 in Gran Bretagna, 23 in Romania, 15 in Spagna). Solo 2 seggi saranno aperti in Russia, 1 in Azerbaigian e 1 in Belarus’.

Così come nel voto referendario di novembre 2024, con una così massiccia presenza della diaspora europea e americana (22 seggi saranno aperti negli Stati Uniti e 7 in Canada), è possibile che la diaspora giochi ancora una volta un ruolo determinante. I sondaggi, infatti, non tengono conto dei campioni di votanti in Transnistria e all’estero. In conclusione, per tutti i candidati in corsa è ancora tutto da decidere.


Questo articolo è frutto di una collaborazione con Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.

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Gian Marco Moisé
Gian Marco Moisé

Ricercatore e divulgatore scientifico, esperto in relazioni internazionali, scienze politiche e dell'area dello spazio post-sovietico con un dottorato conseguito alla Dublin City University. Oltre all’italiano parla inglese, francese, russo, e da qualche mese studia romeno.