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“Quaderni ucraini”, il diario dell’invasione attraverso le illustrazioni di Igort

Il 24 febbraio 2022 ci ha lasciati sgomenti, senza parole. In questo anno e mezzo di guerra ci siamo trovati davanti a una moltitudine di informazioni, principalmente orientate alla politica (magari con dubbie speculazioni sui futuri confini dell’Ucraina) che hanno troppo spesso trascurato la quotidianità di milioni di ucraini che vivono – costantemente e ogni giorno – sotto l’offensiva russa.

Ed è questo il valore dell’ultima opera di Igort: colmare il vuoto narrativo sulla vita degli individui in un paese invaso, senza perdere di vista gli avvenimenti e il contesto che ci ha portati a questa guerra.

Quaderni ucraini vol. 2. Diario di un’invasione infatti non è soltanto un fumetto, ma una testimonianza visiva che attraversa le pagine della storia ucraina, risalendo al XX secolo per comprendere le radici degli eventi odierni, un lavoro che va oltre la semplice documentazione: Igort cattura la storia e l’umanità con disegni essenziali e realistici, a testimonianza di come questo medium di narrazione sia un mezzo di alta qualità artistica e potenziale comunicativo.

Il risultato è una testimonianza cruda e drammatica della guerra, un documento prezioso che ci riporta all’entità di questa tragedia umana e storica.

Cronache dal telefono

Fin dal primo giorno dell’invasione, Igort ha registrato giorno dopo giorno testimonianze telefoniche di persone vicine, che hanno raccontato la vita sotto i bombardamenti nelle città assediate e bombardate, pubblicandole sul suo profilo Facebook. Quelle storie sono poi confluite nelle tavole di Quaderni ucraini vol, 2. Diario di un’invasione, pubblicato da Oblomov nell’ottobre del 2022.

Questo volume nasce dall’urgenza di raccontare le storie del presente tramite testimonianze a cui l’autore dà un nome e un cognome, circostanziate da luoghi e date per non renderle anonime ma per ricordarci che ogni voce è un essere umano, sono “persone normali che avrebbero voluto rimanere delle persone normali”.

Alternando con brevi ma indispensabili contesti storici, sulle pagine del Diario di un’invasione Igort ci presenta sia le voci ucraine che quelle dei soldati russi mandati al macello nel Donbas.

Come quella di Maša di Dnipro, Anton di Zaporižžja, Miša scappato in Belgio attraverso la Crimea e il Caucaso. Oltre alle voci ucraine, Igort dà spaio anche alle storie di giovani soldati russi mandati a morire nel Donbas: come Evgenij Mijazin, militare russo morto nel 2014, nella versione ufficiale per essere stato accidentalmente investito da un camion, ma probabilmente ucciso per la sua volontà di abbandonare l’esercito e per aver narrato i dettagli delle azioni dell’esercito russo nel Donbas.

L’impatto della narrazione visiva

Igort non ha paura di mostrare la crudeltà della guerra: i suoi disegni sono essenziali e realistici, con un tratto semplice e diretto, e non risparmiano al lettore le immagini più dolorose.

A rendere la tragicità dei racconti sono i colori cupi e spenti, spesso articolati su una tricromia di bianco, nero e rosso (quest’ultimo non a caso colore della terra e della vita rurale), che conferiscono una straordinaria potenza emotiva alle immagini.

Le testimonianze dei suoi interlocutori vengono presentate senza aggiungere interpretazioni o commenti, che sarebbero superflui, lasciando pieno spazio alle voci dei civili ucraini e soprattutto lasciando a noi il compito di ascoltare (in questo caso metaforicamente) senza il contorno di condizionamenti con cui siamo stati sommersi dall’inizio della guerra.

I disegni sono reali, come è reale questa tragedia:

“Il fumetto in questi casi è meraviglioso perché dà la possibilità di comunicare, anche senza le parole, molte cose che io capivo, vedevo, sentivo e intuivo dai racconti”

Intervista dell’autore a Il Mattino

I disegni lasciano anche spazio a scenari vuoti, come ad esempio le rovine del teatro di Mariupol e le strade di Irpin’, Buča e Borodjanka, luoghi che l’esercito russo ha dilaniato e svuotato di qualsiasi traccia di umanità.

E forse è proprio qui che sta la difficoltà di quest’opera: le storie sono tragedie reali, sono sofferenze personali e drammi collettivi, che cui l’autore è riuscito nel non semplice compito di rappresentare senza compromessi e con dignità.

Non solo: quello che Igort racconta non è il passato, ma è il presente. Dal 24 febbraio 2022 ad oggi, le tragedie testimoniate dalle tavole dell’autore continuano, sono reali. Questo rende l’opera di Igort ancora più incisiva, perché vuole che non dimentichiamo che le sofferenze e le difficoltà vissute dai protagonisti delle sue storie sono tutt’altro che concluse, e non le possiamo ignorare.

Usando le parole dell’autore, ci stiamo abituando a un dolore che è inaccettabile.

Il volume ci lascia con più domande che risposte: non solo ci racconta cosa succede, ma ci lascia a chiederci: perché?

È per questo che l’ultima opera di Igort ha un valore essenziale sia in Italia che nei paesi europei in cui è stata tradotta, ed è un’opera unica quanto necessaria.

L’autore

Igor Tuveri, in arte Igort, è senza dubbio uno dei maggiori esponenti del graphic journalism in Italia. Nativo cagliaritano, alla fine degli anni Settanta inizia la sua carriera a Bologna, collaborando a numerose riviste italiane, tra cui Linus, Alter Alter, Frigidaire, e straniere.

Nel 2000 fonda e dirige la casa editrice Coconino Press, che ha avuto il grande merito di portare le graphic novel in Italia. È inoltre direttore della storica rivista mensile di fumetti Linus.

Dal 2010, in seguito a una lunga permanenza in Ucraina, inizia a lavorare a una serie di pubblicazioni dedicate alle dinamiche dell’ex Urss in forma di graphic novel, o forse meglio dire graphic diary, in cui, con una sapiente commistione di parole e immagini, riesce a catturare l’essenza di eventi non solo storici ma soprattutto umani.

Tutto questo Igort lo fa partendo non dalla memoria storica più recente, ma dai tragici eventi del XX secolo, come il Holodomor (a cui dedica un più ampio spazio nel suo primo volume Quaderni ucraini del 2015), inquadrando con accuratezza il conflitto di oggi nel più ampio processo di privazione dell’identità ucraina portata avanti dall’Urss a partire dagli anni Trenta.

Per approfondire, queste le opere di Igort su Ucraina, Russia ed Urss:
Quaderni ucraini. Memorie dai tempi dellUrss, Mondadori, 2010; Coconino Press, 2014
Quaderni russi. La guerra dimenticata del Caucaso, Mondadori, 2011; Coconino Press, 2014
Pagine Nomadi, storie non ufficiali dellUnione Sovietica, Coconino Press 2012
Quaderni russi. Sulle tracce di Anna Politkovskaja. Un reportage disegnato, Oblomov, 2021
Quaderni ucraini. Le radici del conflitto, Oblomov, 2021
Quaderni ucraini vol. 2. Diario di un’invasione, Oblomov, 2022

Quaderni ucraini vol. 2. Diario di un’invasione, Igort, Oblomov Edizioni, 2022

Foto delle tavole tratte dal volume (Meridiano 13/Giulia Pilia)

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Giulia Pilia
Giulia Pilia

Laureata in Scienze Politiche (Studi sull’Est Europa) e in Governance locale all’Università di Bologna, ha studiato e lavorato in Lituania, Slovenia e Ucraina, dove si è occupata di sicurezza e reti energetiche, comunità locali e IDP. Lavora nel campo dell’integrazione europea, sviluppo locale e osservazione elettorale.